Brexit manda in soffitta piani UK Nissan e spaventa Ryanair. Che non esclude altri tagli outlook
La Brexit spaventa sempre di più le aziende globali. Nell’arco di qualche ora, due gli annunci condizionati dalle incertezze sempre più forti sul processo di divorzio del Regno Unito dall’Unione europea. Uno vede protagonista il produttore di auto Nissan, che ha reso nota la decisione di abbandonare il piano, comunicato nel 2016, di costruire il nuovo modello del suo X-Trail SUV nella fabbrica di Sunderland, a nord-est dell’Inghilterra.
Il modello sarà costruito a questo punto in Giappone, “per ragioni di business” ma, anche, per il caos Brexit:
“La continua incertezza sul futuro delle relazioni tra il Regno Unito e l’Ue non sta aiutando società come noi a fare piani per il futuro”.
L’annuncio arriva qualche giorno dopo la pubblicazione di alcuni numeri da parte della Society of Motor Manufacturers and Traders (SMMT), da cui è emerso che nel 2018 la produzione di auto negli UK è scivolata al minimo in cinque anni: le aziende manifatturiere stesse hanno motivato la flessione con i timori di un no-deal Brexit, che hanno scatenato il crollo di nuovi investimenti.
Altra società costretta a fare i conti con lo spettro della Brexit è la compagnia irlandese low cost Ryanair che, nel rendere noto il bilancio del suo terzo trimestre fiscale, ha avvertito che la guidance dell’intero anno potrebbe essere rivista lievemente al ribasso, specialmente a causa di sviluppi inattesi sulla Brexit.
Ryanair ha anche comunicato di non poter escludere ulteriori tagli alle tariffe, già basse, che hanno inciso negativamente sulla sua redditività.
Di fatto, il gruppo ha comunicato di aver concluso il suo terzo trimestre fiscale con una perdita di 20 milioni di euro, causa le tariffe più basse dovute all’eccesso di capacità nella stagione invernale dell’Europa. La perdita è stata di 19,6 milioni di euro, rispetto ai 105,6 milioni di utili del terzo trimestre fiscale dell’anno precedente.
Il fatturato è invece salito del 9%, attestandosi a 1,53 miliardi, rispetto agli 1,41 miliardi precedenti. Così si legge in un comunicato:
“Non condividiamo il recente outlook ottimista di alcune compagnie rivali, secondo cui le tariffe aree saliranno nell’estate del 2019. In assenza di ulteriori fallimenti aerei in Unione europea e, considerato il recente calo dei prezzi del petrolio, crediamo che l’eccesso di capacità a corto raggio continuerà per tutto l’anno, fattore che riteniamo si tradurrà in un contesto di tariffe più deboli, e non più forti”.
Dal canto suo l’AD Michael O’Leary ha commentato, stando a quanto di legge in una nota, che “sebbene la perdita di 20 milioni di euro sia stata deludente, siamo confortati dal fatto che ciò sia stato dovuto interamente alle tariffe più basse delle attese, il che significa che i nostri clienti stanno beneficiando di prezzi minimi record, elemento positivo per la crescita attuale e futura del traffico”.
Da segnalare che lo scorso 18 gennaio, il titolo di Ryanair è scivolato al minimo in quattro anni, scendendo per la prima volta sotto quota 10 euro in quattro anni, dopo che la compagnia aerea ha lanciato il suo secondo profit warning in tre mesi.