BP: trimestrale batte attese, il commento di CMC Markets su bilancio e correlazione petrolio
Michael Hewson, Chief Market Analyst presso CMC Markets UK), commenta i risultati resi noti stamattina dal colosso petrolifero BP.
I risultati, secondo l’analista, “hanno delineato l’immagine di una società che sta performando al di sopra delle aspettative in tutti i settori di attività, dando un impulso per un leggero rialzo. Il calo dei prezzi del petrolio nel quarto trimestre dai massimi degli ultimi quattro anni a 85 dollari al barile, ha comportato un leggero calo degli utili dai livelli elevati registrati nel terzo trimestre (che hanno visto i volumi di raffinazione raggiungere i massimi degli ultimi 15 anni) pur rimanendo ancora superiori ai livelli di un anno prima. Come conseguenza del calo del prezzo del petrolio, il prezzo delle azioni di BP è scivolato dai massimi degli ultimi anni appena sopra i 600 pence a settembre, per timore che i profitti potessero mancare le aspettative”.
“A giudicare dai numeri di questa mattina, gli investitori non avrebbero dovuto preoccuparsi troppo perché gli utili complessivi per l’anno sono balzati a 12,7 miliardi di dollari, ben al di sopra dei 6,16 miliardi dello scorso anno e al di sopra delle previsioni 11,9 miliardi di dollari.
C’è stata una certa preoccupazione che l’acquisizione delle attività di shale detenute da BHP Billiton per 10 miliardi di dollari potrebbe benissimo rivelarsi un boomerang, soprattutto perché si prevede che la transazione sia finanziata dai proventi della generazione di cassa delle attività stesse”.
Hewson ricorda che, “al momento della chiusura dell’accordo, si è affermato che ciò era dovuto al prezzo del petrolio che era costantemente intorno agli 80 dollari al barile. Ciò si è rivelata una vana speranza e il conseguente calo del prezzo del petrolio sembra aver avuto conguenze nei livelli di indebitamento netto di BP saliti di 6,5 miliardi di dollari a 44,1 miliardi, registrando un indebitamento netto del 30,1% appena sopra il target indicato dal management del 20-30%.
Per ora gli investitori non sembrano troppo preoccupati per questo, mentre il management di BP sembra fiducioso che i prezzi del petrolio rimarranno in un range compreso tra i da 50 e i 65 dollari, con break even point di 50 dollari al barile, che dovrebbe poi permettere un riassorbimento dei livelli di indebitamento netto nel corso del 2019. Questa sovraperformance degli utili negli ultimi 12 mesi non ha fermato la sottoperformance del titolo rispetto al prezzo del petrolio. L’aumento dei profitti di quest’anno si è realizzato grazie alla consegna anticipata di progetti di espansione nel Golfo del Messico e in Australia, che hanno incrementato la produzione complessiva”.
Ancora, “le dismissioniper l’anno sono state pari a 3,5 miliardi di dollari, mentre le spese in conto capitale sono leggermente inferiori rispetto ai livelli del 2017, mentre la società ha annunciato un dividendo trimestrale di 10,25 pence per azione. La società ha continuato il suo programma di buyback riacquistando 2 milioni di azioni per un valore di 16 milioni di dollari. In termini di crescita del business, la società ha avviato sei nuovi importanti progetti upstream nel 2018, espandendosi anche nelle fonti rinnovabili con un investimento da 200 milioni di dollari nel più grande produttore di energia solare in Europa, Lightsource, che sta sviluppando progetti solari in Asia, Stati Uniti ed Europa. Questo progetto sembra andare nella giusta direzione con nuovi contratti firmati in tutti gli Stati Uniti quest’anno, in California e nel New Mexico, così come in Brasile. La compagnia BP Lightsource ha anche annunciato l’intenzione di utilizzare migliaia di pannelli solari vicino a Sedgefield County Durham per alimentare 13.000 abitazioni nel nord-est dell’Inghilterra. BP ha anche acquisito la società Chargemaster, che produce gli impianti per ricaricare le macchine elettriche”.
“Nel complesso – conclude il responsabile analista di mercato di CMC Markets UK – sono buoni dati per BP, tuttavia i suoi alti livelli di debito e un rapporto di copertura dei dividendi molto sottile lo rendono ancora vulnerabile a un rallentamento economico per un calo della domanda. A suo favore, il punto di break even è inferiore rispetto a un anno fa, ma una discesa dei prezzi sotto i 50 dollari al barile, solleverebbe ulteriori dubbi sulla capacità dell’azienda di aumentare i dividendi agli azionisti”.