Euro scosso da timori recessione Germania, occhio a sterlina dopo dati no. CMC Markets presenta supporti e resistenze
Focus sulla sterlina, scambiata attorno a $1,2956 nei confronti del dollaro, in lieve rialzo, e in aumento anche sull’euro, con il rapporto EUR-GBP in flessione dello 0,30% circa, a GBP 0,8792.
Euro sotto pressione, cede lo 0,20% circa sotto la soglia di $1,14, a seguito del pessimo dato sugli ordini alle fabbriche in Germania che, nel mese di dicembre, è scivolato dell’1,6%, ben peggio del rialzo dello 0,3% atteso dal consensus e successivo al -0,2% di novembre.
L’indicatore ha fatto scattare sull’attenti gli analisti di Deutsche Bank, che hanno avvertito con una nota che la Germania rischia la recessione.
“L’inizio del 2019 per l’economia tedesca è stato finora una grande delusione. Il trend di diversi indicatori chiave ci sta dicendo che l’economia tedesca si sta dirigendo verso una recessione“.
Michael Hewson, Chief Market Analyst presso CMC Markets UK, ha fatto notare che, nella giornata di ieri, “nonostante il deterioramento degli ultimi aggiornamenti di dati economici, gli investitori sono tornati sui mercati azionari, spingendo il FTSE100 ai massimi di tre mesi e le azioni europee ai massimi livelli in due mesi. L’aumento del FTSE è stato favorito da una sterlina più debole e da una serie di risultati ben accolti dal gigante petrolifero BP”.
Il riferimento ai dati economici è, in particolare, a quelli che sono stati diramati nella giornata di ieri, e che hanno visto protagonista soprattutto “il PMI del settore dei servizi”, che “ha registrato la sua lettura più debole da luglio 2016, il mese dopo il referendum sulla Brexit, dal momento che i nuovi ordini hanno subito un brusco calo”.
Dall’indice Pmi servizi, fa notare Hewson, emerge che “le imprese hanno riferito che sta montando l’ansia in merito alle modalità con cui gli eventi potrebbero svolgersi nelle prossime settimane, mentre ci dirigiamo verso la data del divorzio del Regno Unito dall’UE il mese prossimo”.
Al pessimo dato si è unito quello delle “vendite di auto nuove”, che “sono crollate anche a gennaio, in linea con la debolezza vista a livello europeo che dura da cinque mesi”.
Immediata è stata la reazione della “sterlina, scivolata (ieri) a un minimo di due settimane contro il dollaro USA, poiché i mercati hanno ormai scontato del tutto la possibilità di un aumento dei tassi di interesse quest’anno, indipendentemente dall’accordo su Brexit o meno. Sembrano esserci pochi dubbi sul fatto che se l’economia del Regno Unito sta rallentando, non è sola nella sua sclerosi con l’Italia e la Francia in prima fila, con dati ancora più deboli, mentre anche l’economia tedesca sta faticando”.
Per Hewson, “in questo tipo di contesto economico è inopportuno che i politici di entrambi i lati della Manica giochino alla roulette russa con i negoziati sulla Brexit. L’UE ha costantemente affermato di ritenere che il Regno Unito abbia più da perdere da una Brexit disordinata, con entrambe le parti che si stanno preparando per uno scenario senza accordo. Il rischio con questo tipo di calcolo è che, in un momento in cui il sistema finanziario in Europa è tutt’altro che robusto, la ricaduta di una Brexit senza accordi potrebbe far crollare il tetto sulla testa dell’Europa, con gravi conseguenze per l’economia globale”.
Hewson ha fatto il punto della situazione sui rapporti di cambio con la sterlina:
GBPUSD – la rottura sotto l’area 1.3020 ha visto la sterlina scendere con la prospettiva di vedere una mossa verso 1.2820, con una rottura sotto l’area 1.2920. Solo una risalita sopra l’area 1.3020 stabilizzerebbe il cambio aprendo un ritorno ai massimi di gennaio a 1.3200.
EURGBP – superata l’area 0.8800, si apre la prospettiva di un nuovo test della media a 200 giorni a 0.8860, tuttavia dobbiamo prima vedere una rottura del livello di 0.8820. Siamo ancora nel range con supporto vicino al livello 0,8770.
Commento anche su altri rapporti di cambio:
EURUSD – continua a scendere con il rischio di una rottura al di sotto del livello 1.1400 (rotto stamattina), verso i minimi di novembre a 1.1215. Dobbiamo vedere uno spostamento oltre l’area 1.1520 per un movimento più ampio verso i massimi di dicembre a 1.1570.
USDJPY – il livello 110.20 rimane una resistenza chiave. Abbiamo bisogno di una rottura su questo livello per mettere nel mirino il livello di 111 00. Un mancato superamento del livello di 110.20 mantiene aperta la possibilità di una discesa verso l’area 108.20. Sopra il livello di 110.20 si può prendere in considerazione un movimento verso l’area di 111,00.