TIM: countdown a presentazione piano Gubitosi e bilancio. Mercati sull’attenti con rumor Agcom e Elliott
Il fondo Elliott di Paul Singer affila le armi contro i francesi di Vivendi, puntando al 10% di TIM: è il rumor riportato ieri dal Sole 24 Ore, che ha fatto notare che un eventuale raggiungimento della soglia costringerebbe Elliott ad adeguarsi agli obblighi di notifica previsti dalla “normativa sul golden power”.
Ieri è arrivato anche il commento del presidente dell’Agcom, Angelo Marcello Cardani, sul recente avvio del tavolo Tim-Open Fiber in merito alla possibile realizzazione di una rete unica.
Cardani ha parlato di una mossa “ragionevole”, precisando che si tratta di “una decisione delle imprese ed io, al contrario della politica che deve indirizzare, sono un organo tecnico, non giuridico né di indirizzo. E’ una decisione tra due società private che esamineranno in linea teorica” la possibile transazione.
Intanto una nota Fidentiis, che ha un rating buy sul titolo Telecom Italia, mette in evidenza le ultime indiscrezioni che riguardanola compagnia telefonica, in particolare la possibilità che l’Agcom decida di avviare una deregulation delle attività di TI relative alla fornitura di servizi all’ingrosso sulla sua rete fissa, nell’ambito di un progetto che potrebbe coinvolgere fino a 45 città italiane.
Le condizioni da rispettare sarebbero le seguenti: 1) la copertura dell’FTTH pari al 60% della popolazione 2) pressione competitiva dal network di nuova generazione 3) Pressione competitiva sul retail NGA (Next Generation Access) di Telecom.
Secondo Fidentiis, se i rumor fossero confermati, si tratterebbe di una buona notizia per il titolo Telecom Italia, in quanto una eventuale deregulation consentirebbe alla società di fornire prezzi simili a quelli che vengono applicati da Enel Open Fiber e Fastweb, rendendo la sua offerta più competitiva.
L’attenzione è alta sul titolo TIM in vista della presentazione del nuovo piano industriale, il primo varato dall’amministratore delegato Gubitosi, in calendario il prossimo 21 febbraio. Per quel giorno è attesa anche la comunicazione dei conti.
Focus anche sull’assemblea del prossimo 29 marzo, che vedrà sotto i riflettori un nuovo scontro tra il fondo Elliott e gli azionisti di maggioranza Vivendi, che detengono una quota del 24% circa.
Ieri il Sole 24 Ore ha riportato alcune indiscrezioni, secondo cui, dopo essere salito negli ultimi mesi al 9,547% nel capitale di Tim dalla precedente quota dell’8,8%, il fondo di Paul Singer starebbe puntando al 10%.
Il quotidiano ha fatto notare che un eventuale raggiungimento della soglia costringerebbe Elliott ad adeguarsi agli obblighi di notifica previsti dalla “normativa sul golden power”.
La normativa che disciplina il golden power – ricorda il quotidiano – prevede, in caso di società quotate, che debbano essere notificate le partecipazioni superiori al 5%, 10%, 15%, 20% e 25%. Finora, dunque, non si era posto il caso di riattivare la procedura. Se superasse il 10%, Elliott dovrebbe notificarlo a Roma entro 10 giorni e la risposta dovrebbe arrivare entro i 15 giorni successivi. In teoria Palazzo Chigi avrebbe anche il potere di porre condizioni o di opporsi: in quest’ultimo caso i diritti di voto sulle azioni eccedenti la soglia sarebbero congelati e ci sarebbe l’obbligo di cedere i titoli entro un anno”.