Ubi Banca e Banco BPM fiduciose nel 2019 nonostante sfide. Parlano gli AD Massiah e Castagna
Banche italiane sempre protagoniste, dopo le dichiarazioni che sono state rilasciate nelle ultime ore dal numero uno di Ubi Banca, Victor Massiah, e dal numero uno di Banco BPM, Giuseppe Castagna.
Ottimismo da entrambe le parti con Massiah che, in un’intervista rilasciata ad Affari & Finanza, pur parlando delle diverse sfide a cui il mondo intero fa fronte , si è mostrato fiducioso nel 2019, prevedendo un anno di crescita, in vista dell’assemblea di aprile, dove Ubi Banca presenterà il bilancio migliore degli ultimi 10 anni.
Massiah ha ripercorso le tappe che hanno reso possibile la storia della banca, nata nel 2007 dalla fusione tra Banche Popolari Unite e Banca Lombarda, trasformatasi poi in spa, per espandersi infine, nel 2017, attraverso l’acquisizione di Banca Etruria, Banca Marche e Carichieti: operazione, ha precisato l’AD è avvenuta senza un euro di contributo pubblico.
Alla domanda su un possibile ruolo in alcune banche come Mps, Carige, Banco BPM, Creval, l’AD ha sottolineato che sicuramente Ubi Banca non resterà a guardare: “La premessa però è che siano operazioni non per curare le ferite ma per creare un soggetto più forte. Ne consegue che la creazione di valore deve essere rilevante e la governance chiara, perchè se manca la chiarezza le difficoltà e i rischi di fallimento aumentano a dismisura”.
PARLA ANCHE GIUSEPPE CASTAGNA, AD DI BANCO BPM
Fiducia nel 2019 è stata mostrata anche da Giuseppe Castagna che, a margine di un evento che si è svolto nella sede milanese di Banco BPM, ha detto di puntare su tanti utili e sul dividendo.
GUARDA INTERVISTA IN CUI CASTAGNA PARLA DEL CASO CARIGE
“Per fare un dividendo ci vogliono tanti utili, quindi vediamo trimestre dopo trimestre come andremo: la nostra aspettativa è di farne quest’anno tanti però bisogna confrontarci con quello che è uno scenario macro complicato“.
La cautela, nelle sue dichiarazioni, non è dunque mancata:
Castagna ha fatto notare che è “inutile partire con grandi affermazioni”, aggiungendo che, in ogni caso, il nostro desiderio sarebbe alla fine del piano triennale di distribuire un dividendo, chiaramente in funzione di tutto il lavoro che dovremmo fare durante l’anno”.
A tal proposito, in merito al target inciso nel piano di un utile di 1 miliardo a fine 2019, il numero uno di Banco BPM ha sottolineato che “quel miliardo è frutto di un piano industriale che ha delle premesse, che erano una crescita del Paese che non c’è stata, una crescita degli impieghi che non c’è stata e un perimetro un po’ diverso, ovvio quindi che bisogna fare un po’ la tara a quel miliardo per riconsiderarlo con l’attuale scenario però in situazioni economiche immutate penso sia un risultato di altrettanta soddisfazione come quello annunciato tre anni fa”.
Castagna si è mostrato favorevole alla prospettiva di un programma di T-LTRO della Bce a favore delle banche:
“Abbiamo quasi 20 miliardi di Tltro – ha fatto notare – sicuramente ci farebbe piacere se l’operazione venisse rinnovata, è una opportunità per poter programmare con calma anche il ritorno sul mercato che comunque dovremmo fare e avremmo fatto”.
E proprio a proposito di nuovi iniziative di TLTRO si è espressa l’agenzia di rating canadese DBRS che ha così scritto in una sua nota dedicata alle banche italiane:
Il “sentiment degli investitori sarà un fattore chiave per i piani di liquidità e di raccolta di lungo termine delle banche. La volatilità dei mercati, tuttavia, potrebbe persistere, se si considera la maggiore incertezza economica e politica in Italia ed Europa. In questo contesto, DBRS ritiene che le chance di un nuovo programma di finanziamenti a medio termine a favore delle banche (dunque un nuovo programma di T-LTRO) siano aumentate“.
DBRS, ha affrontato diverse questioni cruciali per il sistema bancario italiano, facendo notare come “lo spread BTP-Bund sia lievemente sceso dal suo record in un anno, a quota 327 punti base del novembre del 2018, ma – anche, come rimanga alto. Di fatto, al livello corrente di 282 punti base (si prende come riferimento la data dell’8 febbraio del 2019), le banche fanno fronte a costi di finanziamento maggiori, in particolare a causa delle nuove emissioni che potrebbero diventare necessarie per centrare i target di assorbimento delle perdite, stando alla regola del MREL (Minimum Requirement for Eligigle Liabilities), che dovrebbe essere annunciata nel 2019″.
Tra l’altro, della questione dei costi della raccolta per le banche ha parlato lo stesso numero uno di Ubi Banca, Victor Massiah, facendo riferimento allo spread:
“Da un lato le imprese lamentano che non c’è un focus sugli investimenti. Dall’altro c’è l’ aumento dello spread, che ha portato a una quasi chiusura delle emissioni obbligazionarie sul mercato istituzionale. Se rimarrà così elevato determinerà un aumento dei tassi sugli impieghi”.