Borsa Tokyo +0,73%, Hong Kong vola di oltre +3% con banche dopo rialzo tassi Bank of England
L’indice Nikkei 225 della borsa di Tokyo ha chiuso la seduta in rialzo dello 0,73% a 27.439,99 punti. Bene la borsa di Sidney in progresso dello 0,60%, mentre Seoul è scattata dell’1,57% circa. Protagonista l’indice Hang Seng di Hong Kong, volato fino a +3,3% dopo essere rimasto chiuso per diversi giorni a causa delle celebrazioni per il Capodanno lunare.
I buy hanno interessato soprattutto sui titoli finanziari, in rally sulla scia di un contesto in cui i tassi di interesse, a livello globale, sono orientati al rialzo.
HSBC è volata di oltre il 5%, Standard Chartered è salita del 4,7% beneficiando del secondo rialzo consecutivo dei tassi da parte della Bank of England. La BoE guidata da Andrew Bailey ha alzato ieri tassi di 25 punti base, portandoli allo 0,50%.
La Commissione di politica monetaria dell’istituzione ha deciso, anche, di iniziare a smobilizzare il pacchetto di stimoli monetari da 895 miliardi di sterline, lanciato come bazooka per arginare le conseguenze economiche della pandemia Covid.
Il voto sui tassi non è stato unanime: sui 9 componenti della commissione, quattro, ovvero Dave Ramsden, Catherine Mann, Jonathan Haskel e Michael Saunders avrebbero preferito una stretta più importante, pari a 50 punti base, che avrebbe portato il costo del denaro del Regno Unito allo 0,75%.
Il rialzo dei tassi si spiega con la fiammata dell’inflazione, che la BoE prevede raggiungere il picco di crescita attorno al 7,25% ad aprile (upgrade rispetto al tasso di inflazione del 5% precedentemente atteso tre mesi fa). I mercati scommettono su un aumento dei tassi in UK fino all’1,5% entro l’arco di un anno.
Sempre ieri, con un’inflazione nell’area euro balzata del 5,1% a gennaio che ha spiazzato lo stesso consensus, la Bce di Christine Lagarde ha alla fine riconosciuto il pericolo di una fiammata dei prezzi più persistente di quanto anticipato.
Il risultato è che, sebbene Lagarde abbia preferito non esporsi troppo, i mercati, in particolare il forex, hanno interpretato le sue dichiarazioni come un segnale di apertura verso la possibilità che i tassi dell’Eurozona vengano davvero alzati nel corso del 2022. E la Fed è pronta alla sua prima stretta monetaria dal 2018 nel mese di marzo.