C’è voglia di Ipo a Piazza Affari: protagonista l’Aim Italia, in soli 5 anni triplica la sua capitalizzazione
Si è ridestata a Piazza Affari la voglia di Ipo, dopo la pausa registrata nella seconda parte del 2018 dettata soprattutto dalla cautela di fronte alla volatilità sui mercati finanziari. In questi giorni si susseguono gli annunci di nuovi debutti (oggi lo sbarco in Borsa della bresciana Neosperience) e quelli relativi alle comunicazione di pre-ammissione alle negoziazioni in Borsa. Comun denominatore: la scelta di approdare sull’Aim Italia. Un mercato che è cresciuto in maniera decisa negli ultimi anni cinque, con la capitalizzazione che si è portata a un passo da quota 7 miliardi di euro.
Dopo Il Fatto Quotidiano (approfondisci qui) c’è un’altra matricola che veleggia verso Piazza Affari: si tratta di Maps. La società di Parma della digital transformation ha presentato a Borsa Italiana la comunicazione di pre-ammissione funzionale all’ammissione alle negoziazioni delle proprie azioni ordinarie e dei relativi warrant (abbinati gratuitamente nella misura di 2 warrant ogni 4 azioni sia esistenti sia di nuova emissione) su Aim Italia. L’operazione è rivolta esclusivamente a investitori istituzionali, italiani ed esteri, e a investitori professionali ed è destinata a supportare la crescita per linee esterne, gli investimenti in innovazione di prodotto e l’internazionalizzazione. La forchetta di prezzo è stata fissato tra un minimo di 1,75 euro e un massimo di 1,90 euro per azione.
Fondata nel 2002, Maps è una pmi innovativa attiva nel settore della digital transformation, attraverso la progettazione, produzione e distribuzione di software per l’analisi dei big data. Il Gruppo ha un portafoglio di oltre 180 clienti appartenenti ai settori industria e servizi, sanità e pubblica amministrazione. Attraverso 3 business unit (large enterprise, healthcare industry, gzoom), e supporta le aziende nei processi di decision making permettendo loro di inserirsi nei propri mercati di riferimento come data driven companies. Una società che opera in un ambito in forte espansione. Il mercato mondiale delle tecnologie per la digital transformation ha infatti tagliato il traguardo nel 2018 di 1.300 miliardi di dollari. E le prospettive sono decisamente positive: nel 2020 si stima un mercato di 2.100 miliardi di dollari (CAGR 2018–2020 pari a circa +20%).
Aim Italia, in cinque anni mercato triplicato
E’ triplicata in cinque anni la capitalizzazione del mercato Aim Italia, balzata da 2 miliardi a 6,8 miliardi. Secondo quanto emerge dall’Osservatorio Aim di Ir Top Consulting, nello stesso arco temporale è raddoppiato il numero di società del listino delle Pmi (da 57 nel 2014 a 113 nel 2019), mentre la capitalizzazione media è cresciuta del 37% (da 27 mln di euro a 37 mln di euro) e – parallelamente – è aumentata la dimensione media (calcolata sulla base dei ricavi) delle società (da 28 mln di euro a 40 mln di euro), con una costante diversificazione settoriale. In aumento anche il numero di investitori istituzionali (dai 63 nel 2014 ai 108 nel 2018), così come la quota di investimento detenuta dagli internazionali, che è passata dal 39% al 52%, mentre è aumentato anche il flottante medio post Ipo (dal 24% al 30%).
I numeri che danno la portata di questo mercato sono stati illustrati oggi presso la sede di Milano dello studio legale Dla Piper nel corso di un evento, realizzato in collaborazione con Pmi Capital – la prima digital platform Sme Growth Market riservata agli investitori di Aim Italia – sul tema “Sviluppo e quotazione delle Pmi. Il ruolo degli incentivi fiscali per la crescita” con lo scopo di analizzare e valutare le cosiddette misure di finanza per la crescita, stimolando e rendendo così più attraente il processo di quotazione delle Pmi.
Presente all’incontro anche Anna Lambiase, fondatrice e ceo di Ir Top Consulting, che ha dichiarato: “Gli incentivi fiscali sui costi di quotazione per le Pmi rappresentano un elemento di traino alla crescita delle Ipo su Aim che lo scorso anno ha visto 26 nuove quotazioni di cui 19 società e 7 Spac per un totale complessivo di 1,32 miliardi di euro raccolti”. “Il tema della liquidità su Aim va interpretata alla luce degli scambi che caratterizzano anche le small cap su Mta, infatti, i dati medi di controvalore giornaliero delle società di piccola capitalizzazione post Pir convergono verso medie simili nei due mercati con circa il 10% delle società Aim che registra una liquidità superiore alle small cap Mta”, ha precisato Lambiase.