Truffa diamanti, Banco BPM scivola in Borsa. Indagati direttore generale Faroni e altri dirigenti
Banco BPM sotto pressione a Piazza Affari: il titolo è arrivato a cedere oltre il 3% penalizzato dalla notizia del maxi sequestro preventivo, per un valore superiore a 700 milioni di euro, predisposto dalla Guarda di Finanza e scattato a carico di diverse banche, società e persone fisiche, nell’ambito dell’indagine sulla truffa dei diamanti.
L’indagine,lanciata dalla procura di Milano, si riferisce a fatti accaduti tra il 2012 e il 2016.
Il decreto di sequestro preventivo, firmato dal gip di Milano Natalia Imarisio, è stato eseguito, nello specifico, a carico di sette persone indagate e sette enti indagati, ovvero le cinque cinque banche coinvolte e le due società Intermarket Diamond Business spa (IDB) e Diamond Private Investment spa (DPI).
Le banche indagate sono UniCredit, Intesa SanPaolo, Banco BPM, Banca Aletti, Mps.
Banco BPM, in particolare, fa i conti con il sequestro maggiore, pari a 83,8 milioni, così come Banca Aletti.
Il sequestro per l’ipotesi di truffa è di 149 milioni nei confronti di IDB, di 165 milioni a carico di DPI, di 32 milioni nei confronti di Unicredit, di 11 milioni a carico di Intesa Sanpaolo e di 35,5 milioni a carico di Mps.
Indagati anche alcuni top manager. Tra i nomi risulta quello del direttore generale di Banco BPM, Maurizio Faroni, che sarebbe indagato per concorso in truffa, autoriciclaggio e ostacolo all’esercizio delle funzioni di vigilanza.
Indagati anche altri dirigenti di Banco Bpm. Equita Sim commenta il fatto sottolineando che “a quanto ci risulta, il Banco ha già accantonato circa 150 mln nel quarto trimestre per risarcimenti ai clienti coinvolti nella vicenda’.