Mistero a Hong Kong. DYF: il titolo migliore del mondo che ha fatto +8.500% in cinque anni amato da titani BlackRock e Vanguard
“Mysterious 8,500% Stock Gain Attracts Big Funds (And Big Questions)”, ovvero “Il guadagno misterioso pari a +8,500% di un’azione attrae grandi fondi (e grandi interrogativi)”. E’ il titolo di un articolo di Bloomberg pubblicato oggi, che riporta lo strano caso che ha fatto drizzare le antenne ai fondi di colossi del calibro di BlackRock e Vanguard, in prima fila per fare incetta del titolo. Il titolo è quello di China Ding Yi Feng (DYF).
Il motivo è quel balzo di quasi +9000% messo a segno nel corso degli ultimi cinque anni, senza che ci fosse, almeno in apparenza, un valido motivo.
Tutto ha a che fare con questa società, con sede a Hong Kong, al 66esimo piano dell’International Commerce Center: China Ding Yi Feng Holdings Limited, ex China Investment Fund International Holdings Limited, è una società di investimenti, il cui portafoglio, stando alle informazioni raccolte da Reuters, comprende azioni quotate e non.
Tra le società non quotate in cui il gruppo investe figurano Mountain Gold Holdings e Galaxy Automotive MS.
Lo strano caso del balzo – che è, per l’esattezza pari all’8.563% negli ultimi cinque anni – è visto come un mistero nel mondo dell’alta finanza. Tanto più che, come segnala Bloomberg, i veterani del mercato locale fanno fatica ad avallare un rally del genere.
I motivi addotti sono diversi: la holding ha chiuso il bilancio in rosso in sette degli ultimi otto anni; l’azione è talmente sopravvalutata, da presentare una valutazione tra le più alte al mondo; il suo presidente, discepolo taoista che vanta di avere le stesse competenze di George Soros e Warren Buffett, è stato criticato pesantemente dalla stampa cinese.
“I fondamentali non giustificano affatto il rally del titolo“, ha commentato Li Yuanrong, managing director della società 20VC, attiva nel mercato del venture capital con sede a Shenzhen. Piuttosto, sembra che il fenomeno DYF abbia a che fare con quelle oscillazioni talmente potenti che caratterizzano la borsa di Hong Kong e che stanno minando anche la sua reputazione come mercato finanziario tra i più importanti al mondo.
Il caso dimostra anche come, grazie alla crescente popolarità delle strategie che si basano sugli investimenti passivi, basti un episodio del genere come quello di cui si parla a catalizzare l’attenzione del mondo intero. E di fatto, i fondi multimiliardari (in dollari) gestiti da titani del calibro di BlackRock, Vanguard Group e Northern Trust Corp non ci hanno pensato più di tanto, posizionandosi sull’azione della società cinese in modo massiccio, a partire dallo scorso novembre, dopo la notizia dell‘inclusione del titolo negli indici MSCI.
Il gruppo non ha risposto alle continue richieste di commenti presentate da Bloomberg. La reception ha consigliato a Bloomberg di contattare l’assistente del presidente Sui Guangyi che, però, non ha risposto alle email. No comment anche da parte della borsa di Hong Kong e della Commissione della città che vigila sulle azioni e sui futures. Bocche cucite anche a BlackRock, Vanguard e Northern Trust.
Rimane il mistero sull’azione che ha riportato praticamente la performance migliore tra i titoli di quasi tutto il mondo, nell’arco degli ultimi cinque anni. Il valore di mercato del gruppo è pari a 31,7 miliardi di dollari di Hong Kong, per un valore equivalente di $4 miliardi.
Il presidente di China Ding Yi Feng, Sui, descritto come “un personaggio leggendario”, ha creato anche una nuova tecnica di investimento, battezzata “Zen & I-Ching Investment Theory”, che si rifa per l’appunto alle teorie di Warren Buffett e di George Soros.
C’è da dire tuttavia che, stando ai documenti depositati presso le autorità di regolamentazione dei mercati, la sua DYF è stata coinvolta spesso in veri e propri crash di mercato. Per esempio, il suo investimento, nel 2016, nella società Tech Pro Technology Development si rivelò un flop, con il titolo di questa società che crollò del 90% dopo la pubblicazione di una nota negativa da parte dello short-seller Glaucus Research; l’altro gruppo su cui ha puntato, Kingbo Strike Ltd., ha visto le quotazioni capitolare dell’82%, mentre Zhidao International Holdings, che si conferma tra le scommesse più grandi di DYF alla fine del secondo trimestre, ha sofferto un tonfo dell’86% dal 30 giugno scorso.
Nessun problema per DYF, invece, che solo nel 2018 è balzata del 202%, riportando la migliore performance tra i più di 2.700 titoli che compongono l‘MSCI All-Country World Index.
Valutato 95 volte il NAV, il titolo è tra i più costosi del mondo. Piccolo particolare: l’azione non può essere sottoposta ad operazioni di short selling, fattore che incide sicuramente molto sulla sua performance”.