Nuova settimana chiave per la Brexit, che si fa sempre più lontana. Outlook sterlina con supporti e resistenze
La sterlina sarà senza ombra di dubbio una delle valute più seguite di questa settimana appena iniziata. Il Parlamento britannico potrebbe infatti avviare nei prossimi giorni un processo volto a estendere l’Articolo 50 del Trattato di Lisbona, e permettere così al Regno Unito di disporre di altro tempo prezioso per evitare il peggior scenario: quello del no-deal Brexit, che potrebbe concretizzarsi nella data fissata per il divorzio ufficiale degli UK dal blocco Ue, dunque il prossimo 29 marzo, in assenza di un accordo che venga accettato da Westminster. (e finora nulla lascia pensare che l’impasse sarà risolta).
Così come ha fatto notare James Smith, economista dei mercati delle economie avanzate presso ING, questa settimana avverrà la cosiddetta carica dei 100 parlamentari, ovvero la carica dei parlamentari UK che, guidati da Yvette Cooper del partito laburista e da Oliver Letwin dei Tories, stanno minacciando di prendere il controllo del processo della Brexit.
In una lettera, i parlamentari hanno riferito di star considerando un’azione, per costringere May a posticipare la data di uscita dall’Ue in assenza di una soluzione che sblocchi l’attuale impasse. La proposta sarà presentata come emendamento alla mozione di Theresa May entro questa settimana.
In realtà, l’economista di ING ricorda che, anche se i parlamentari dovessero dare il via libera alla proposta Cooper-Letwin, il governo di Theresa May non sarebbe obbligato a fare nulla.
A Yvette Cooper e Oliver Letwin verrebbe però data la possibilità di trasformare la proposta in legge e, a quel punto i parlamentari potrebbero trovarsi, verso la metà di marzo, a fare una scelta tra la prospettiva di chiedere l’estensione dell’Articolo 50 e lo scenario di un no-deal Brexit.
Se i parlamentari votassero a maggioranza per l’estensione dell’Art 50, la premier Theresa May sarebbe, a quel punto, obbligata a ritornare a Bruxelles e a chiedere più tempo.
Ci vorrebbe ancora un po’ di tempo, tuttavia, per essere certi di essere riusciti a sventare lo scenario peggiore, quello di un no-deal Brexit.
Nel caso in cui Westminster votasse a favore della proposta di legge dei 100 parlamentari, e dunque May si recasse a Bruxelles per chiedere l’estensione dell’Articolo 50, a quel punto, fa notare l’esperto di ING, a decidere dovrebbe essere l’Ue. In base alle ultime indiscrezioni, Bruxelles non si opporrebbe. Certo, “ci sarebbero alcuni ostacoli logistici dovuti alle imminenti elezioni europee”.
In questo contesto, “l’opzione più semplice potrebbe essere quella di garantire un rinvio breve tra i due e i tre mesi, sebbene esista il rischio che tale arco temporale non sia comunque sufficiente”.
L’esperto di ING riporta a tal proposito le indiscrezioni del Guardian, secondo cui l’Ue starebbe valutando alcune opzioni, se una richiesta di estensione dovesse arrivare a Bruxelles: una estensione ‘tecnica’ di tre mesi per consentire un tempo extra per la ratifica se il processo parlamentare si sviluppasse in senso positivo, o un rinvio di 9-21 mesi nel caso in cui non ci dovesse essere un modo chiaro per risolvere l’impasse”. In quest’ultimo caso, la Brexit potrebbe slittare addirittura di due anni.
In attesa dell’ennesima settimana chiave per la Brexit David Madden, analista di mercato presso CMC Markets, fa notare, guardando al rapporto di cambio GBP/USD che “la tendenza è al rialzo dall’inizio di dicembre”.
Previsioni? Madden ritiene che, se il rapporto di cambio “si mantenesse al di sopra della media mobile a 200 giorni a 1,3000, potrebbe ritestare l’area a 1,3300. L’area 1.2775 potrebbe fungere da supporto”.
In ogni caso, l’impressione è che la sterlina sia destinata nelle prossime settimane a sperimentare scossoni anche forti, considerate le incognite sulla Brexit, come prevede anche Raffia Boyadjian, analista del mercato valutario presso XM.com.
In un’intervista a poundsterlinglive.com, l’analista ricorda anche che “se la premier Theresa May riuscisse ad assicurarsi dall’Ue rassicurazioni legali sul backstock del confine irlandese, allora ci potrebbe essere un voto significativo sull’accordo rivisto”.
Ma anche in questo caso, così come in quello relativo alla possibilità che i 100 parlamentari prendano il controllo del processo sulla Brexit, costringendo il governo a estendere l’Articolo 50, “la sterlina sarebbe destinata a una maggiore volatilità”.
Intanto le indiscrezioni Ue stanno dando un assist alla valuta che, nei confronti del dollaro, oscilla attorno a $1,3060, dopo aver concluso la scorsa settimana riportando il primo rialzo in quattro settimane nei confronti del biglietto verde.
Riguardo al rapporto EUR/GBP Madden afferma che, “finché resta al di sotto della media mobile a 200 giorni a 0,8862, è probabile che la sua tendenza resti negativa. 0.8620 potrebbe fungere da supporto. Un rally potrebbe incontrare resistenza a 0,9000″.