Bper: ulteriore accelerazione nel percorso di derisking con il nuovo piano al 2021
Sfreccia sui massimi di seduta il titolo Bper dopo il passo falso in avvio. Le azioni segnano un rialzo del 2% a 3,69 euro nel giorno in cui il gruppo bancario ha presentato il nuovo piano industriale 2019-2021. Nel mese di febbraio il titolo Bper ha corso molto (anche sotto la spinta dei positivi risultati comunicati a inizio mese, con l’utile record, e le operazioni straordinarie come quella con Unipol), con un rally che l’ha portato a mettere a segno un saldo positivo e superiore al 20% per il mese che oggi volge al termine.
Il piano di sviluppo triennale è articolato su tre pilastri: crescita e sviluppo del business con un focus particolare sui settori con un significativo contenuto commissionale (come Bancassurance, Wealth Management e Global Advisory Imprese) e con un’elevata marginalità (come il credito al consumo); forte incremento dell’efficienza operativa e semplificazione; accelerazione del derisking e ulteriore rafforzamento patrimoniale.
Proprio sul terzo pilastro si è focalizzata l’attenzione degli operatori. In particolare, il percorso di derisking, già intrapreso da Bper negli ultimi anni, verrà ulteriormente rafforzato grazie all’introduzione di nuovi processi di gestione del credito sia in fase di underwriting, sia nelle fasi successive del ciclo di vita dei crediti, con particolare focus sulla prosecuzione delle attività mirate alla riduzione dei crediti deteriorati.
L’istituto prevede di raggiungere un Npe ratio lordo al 2021 inferiore al 9% (assumendo un costo del rischio al 2021 di 60 bps) anche grazie la riduzione significativa dello stock che avverrà mediante cessioni aggiuntive rispetto al 1 miliardo di sofferenze cedute a UnipolRec.
“Prevediamo di cedere uno, al massimo altri 2 miliardi circa di Npl al 2021. Questo oltre al miliardo già previsto con l’operazione di acquisizione di Unipol Banca” ha spiegato l’ad di Bper, Alessandro Vandelli, rispondendo alle domande degli analisti.
“Stiamo anche lavorando sugli Utp”, ha aggiunto Vandelli, le cosiddette inadempienze probabili. “Questo è un nuovo progetto e ora cercheremo di comprendere come questo mercato possa funzionare. È una nuova esperienza. Stiamo cercando di rivedere il portafoglio in base anche alle condizioni di mercato. Guardando alle condizioni generali noto come la qualità del nostro portafoglio e i suoi dettagli ci hanno consentito di portare a termine l’ultima operazione con successo”.
Un ulteriore accelerazione al piano di derisking avverrà attraverso la migrazione sulla nuova piattaforma di gestione e recupero delle sofferenze. A tal proposito, il ceo, rispondendo alla domanda di un analista, ha puntualizzato: “La nostra strategia prevede il mantenimento nel perimetro della nostra società che fa recupero sofferenze, mentre sono aperto a capire e comprendere ad esempio la tematica delle joint venture”.
Politica di dividendi prudente nell’arco di piano
Il piano di sviluppo triennale prevede un’articolata serie di interventi che permetterà di raggiungere un aumento della redditività prospettica, con un utile netto al 2021 pari a 450 milioni e un RoTE pari al 10% circa; il rafforzamento del capitale con un CET1 ratio fully phased al 2021 in area 12,5%; un dividend payout medio in arco piano pari a circa il 25%.
Proprio quest’ultimo punto ha deluso le attese degli analisti che si aspettavano un dividend payout medio 2019-21 del 31%. Alla domanda sulla politica dei dividendi, Vandelli ha replicato: “Questo è un livello che possiamo rispettare, ma c’è spazio per andare oltre il 25%. Abbiamo spazio di manovra, possiamo anche essere più generosi nella nostra politica di dividendi se l’occasione si presenta”.
L’utile al 2021 sorprende le previsioni degli analisti
L’obiettivo di 450 milioni di utile netto al 2021, che ha invece superato di circa il 50% il consensus, “sarà raggiunto grazie ad importanti trasformazioni del nostro modello di business, incentrato sulla capacità di soddisfare bisogni sempre più evoluti e integrati della clientela e da una forte azione di incremento dell’efficienza operativa e di semplificazione” ha spiegato Vandelli durante la presentazione del piano, ricordando che “il bilancio 2018 ha registrato importanti progressi in tutte le aree di attività e un risultato netto della capogruppo di 402 milioni, il più alto della nostra storia”.
Secondo gli analisti di KBW, l’utile netto del gruppo nei prossimi anni “sarà trainato principalmente da una maggiore crescita delle commissioni e da una riduzione dei costi. Questi sono i principali fattori che determinano l’aumento dell’utile netto rispetto alle aspettative del mercato”.