Preview Bce, Mario Draghi confermerà atteggiamento dovish. Grande attesa per annuncio TLTRO
Appuntamento a domani, giornata tra le più importanti della settimana per i mercati europei. In calendario c’è infatti la riunione del Consiglio direttivo della Bce, che alle 13.45 ora italiana diramerà l’annuncio sui tassi di interesse (si prevede un nulla di fatto), e che a partire dalle 14.30 darà la parola al numero uno dell’istituto, Mario Draghi.
Così commenta Franck Dixmier, Global Head of Fixed Income di Allianz Global Investors:
“A fronte di un peggioramento delle prospettive economiche dell’Eurozona e del calo delle attese di inflazione, i mercati sono concentrati sulla riunione della Banca Centrale Europea del 7 marzo. Riteniamo che la BCE aggiornerà le previsioni di crescita e inflazione, dato che alla riunione di gennaio i membri dell’istituto avevano evidenziato la decelerazione, interrogandosi sulla sua durata e sugli effetti a medio termine. Dal verbale della riunione emergeva inoltre la difficoltà di giungere ad una conclusione, per quanto incerta. Questa volta la Banca Centrale dovrebbe fornire un’analisi più precisa dell’impatto del rallentamento sulle prospettive a medio termine dell’Eurozona e delle probabilità di una ripresa nella seconda metà dell’anno. Sarà anche interessante conoscere l’analisi della BCE circa i motivi del rallentamento: riguardano specifici settori e Paesi europei o sono piuttosto legati all’incertezza del quadro globale?”.
“L’altro tema centrale della riunione del 7 marzo – continua Dixmier – sarà probabilmente la possibilità di un nuovo programma di liquidità. A giugno 2020 scadranno circa EUR 380 miliardi di TLTRO (Targeted Longer-Term Refinancing Operations), operazioni di rifinanziamento a lungo termine con cui la BCE ha concesso prestiti a basso costo alle banche. In gennaio la BCE non pareva ansiosa di discutere la possibilità di un nuovo piano di liquidità, ma le recenti dichiarazioni di Benoit Coeuré e Peter Praet – entrambi membri del Consiglio Direttivo – segnalano la probabilità di ulteriori sviluppi. Senza un nuovo programma di liquidità, i rimborsi delle TLTRO nel 2020 avrebbero un impatto negativo sul bilancio della BCE e porterebbero a un significativo inasprimento delle condizioni monetarie. Uno scenario da evitare nell’attuale contesto di rallentamento economico. Riteniamo pertanto che il 7 marzo la BCE annuncerà il lancio di un nuovo programma, riservandosi di illustrare gli aspetti tecnici in futuro. Date le recenti revisioni al ribasso delle prospettive di crescita dell’Eurozona, gli investitori dovrebbero essere più convinti che il primo rialzo dei tassi avverrà nel 2020. I mercati contano su questo timing e il verbale della riunione di gennaio mostra una BCE a suo agio con queste aspettative. L’annuncio di una nuova linea di liquidità dovrebbe anche avere un effetto positivo sugli spread obbligazionari dei Paesi periferici, in particolare di Italia e Spagna”.
Dal canto suo, in una nota Antonio Cesarano, Chief Global Strategist di ( Intermonte SIM fa notare che, se domani è il turno della BCE, di fondo “l’attesa maggiore è probabilmente per la Fed del 20 marzo. Il timore latente è che segnali di miglioramento prospettici dell’economia (legati anche alle corpose manovre che stanno arrivando dal lato cinese con l’inizio del nuovo anno lunare) possano rendere la Fed meno aperta e disponibile ad un atteggiamento più accomodante (soprattutto sul fronte bilancio)”.
Dunque, la Fed potrebbe fare dietrofront rispetto alla promessa di essere paziente? La questione è stata affrontata anche da Mohamed El-Erian, ex numero uno di Pimco e responsabile economico di Allianz. El-Erian, da tempo osservatore delle banche centrali, mette in evidenza la solidità dell’economia degli Stati Uniti, fattore che a suo avviso costringerà comunque la Fed, entro l’estate, a cambiare nuovamente approccio di politica monetaria.
“C’è una reale possibilità che la Fed possa trovarsi costretta a cambiare il proprio approccio sui tassi, rispetto all’atteggiamento attuale, che è per la pazienza nel percorso delle strette monetarie – ha detto l’economista, nel corso di un’intervista rilasciata a Reuters – L’economia domestica (Usa) non giustifica questa pazienza e flessibilità. L’economia domestica avalla piuttosto la continua normalizzazione della politica monetaria, visto che il mercato del lavoro rimane forte, con i salari che salgono al ritmo del 3%, e anche perchè gli investimenti delle aziende stanno recuperando terreno”. E’ possibile così che i mercati si stiano sbagliando a prezzare in misura maggiore un taglio dei tassi entro il gennaio del 2020 più che un ulteriore rialzo dal livello attuale dei tassi sui fed funds, pari al target compreso tra il 2,25% e il 2,50%.