Fattore Cox gela May, all’orizzonte nuova disfatta a Westminster? Nomura: potrebbe esserci anche l’Eureka moment
Sterlina preda della volatilità nelle ore più cruciali per gli sviluppi sulla Brexit. Stasera, alle 20 ora italiana, la Camera dei Comuni si riunirà per votare la proposta sul divorzio degli UK dal blocco europeo, firmata da Theresa May e dall’Ue. Proposta abbellita da alcune ‘garanzie vincolanti’ che la Commissione europea di Jean-Claude Juncker, avrebbe, secondo la premier britannica, accordato al Regno Unito, in merito alla durata del backstop sul confine irlandese. Ma proposta non abbellita in modo sufficiente, almeno secondo il procuratore generale Geoffrey Cox, conosciuto, per la sua autorevolezza, come una sorta di uomo che sussurra ai parlamentari di Westminster. Tant’è che è bastata la sua opinione legale a mettere sull’attenti diversi deputati britannici.
Intervenendo alla Camera dei Comuni, Cox ha espresso il proprio parere legale sul ‘nuovo’ accordo che sarà votato stasera, alle 20 ora italiana, a Westminster. Il Withdrawal Agreement, ovvero l’accordo di ritiro UK dall’Ue frutto di un accordo tra la premier May e Bruxelles raggiunto lo scorso novembre, ha ammesso, è stato migliorato con l’incontro tra May e Juncker.
Detto questo, il rischio legale che il Regno Unito finisca con il rimanere intrappolato nell’Unione doganale, a causa del backstop sul confine irlandese, rimane lo stesso. Schiaffo in pieno volto ai Brexiteers più falchi, che hanno visto – almeno legalmente -fondati i loro timori: ovvero che il Regno Unito rimanga ostaggio dell’Ue, in particolare dell’unione doganale e del mercato unico europeo, anche dopo la realizzazione del Leave.
La reazione è stata immediata e chi sperava nel possibile appoggio da parte dei DUP e dei Brexiteers più convinti è stato costretto a mettere di nuovo tutto in discussione. Arlen Foster, leader dei DUP, partito unionista dell’Irlanda del Nord – che appoggia il governo – ha confermato che, a questo punto, il suo partito non darà il suo voto a sostegno della ‘nuova’ proposta della premier britannica. Motivo: l’assenza di “progressi sufficienti”. Viene ripresa l’opinione di Cox, laddove si legge che “il rischio legale rimane invariato”. Il fattore Cox non poteva non avere effetti immediati anche sulla sterlina che, scontando lo spettro di un no-deal Brexit, ha perso fino a -1% nei confronti del dollaro, capitolando fino a a $1,3012. Anche verso l’euro la flessione è di quasi -1%. Dopo lo shock iniziale, i movimenti si fanno meno violenti: il rapporto sterlina-dollaro cede alle 15.30 ora italiana lo 0,15%, a $1,3130, mentre quello euro-sterlina sale dello 0,42%, a GBP 0,8587.
Alcuni analisti interpellati dalla Cnbc hanno detto di ritenere che, nei confronti del dollaro, e a seconda del risultato del voto, la sterlina potrebbe oscillare nelle prossime ore all’interno di una banda compresa tra $1,30 e $1,38. In particolare Jordan Rochester, strategist del forex presso Nomura, ha detto di credere che, se l’accordo supererà la prova del Parlamento, la sterlina potrebbe godere di un “Eureka moment”, fino a balzare fino a $1,38 nella sessione di domani. Tuttavia, lo stesso analista ha invitato alla cautela. “Nel caso in cui la proposta venisse di nuovo rigettata, la sterlina potrebbe scontare lo smobilizzo delle posizioni di breve termine che sono state accumulate finora. Ma la mossa (sull’euro) non andrebbe oltre quota 0,87, visto che l’estensione dell’Articolo 50 lascia ancora aperte le opzioni di una Brexit più soft”.
Da segnalare che, nell’ultimo anno, la sterlina ha perso più del 5% nei confronti del dollaro, e viaggia a un livello inferiore di oltre -8% dal 23 giugno del 2016, giorno in cui si è tenuto il referendum sulla Brexit.
Così Michael Hewson, responsabile analista di mercati presso CMC Markets UK, avverte nella nota il cui titolo dice tutto: “Accordo ottenuto da Theresa May finirà ancora una volta nel cestino?”
Sul rapporto sterlina-dollaro, Hewson fa notare che il cambio “è riuscito a mantenersi sopra 1,22970 in corrispondenza del supporto della trendline dai minimi di quest’anno a 1,2430, risalendo verso l’area di 1,3300. L’inversione ribassista della scorsa settimana mantiene la pressione al ribasso per una rottura sotto 1,2960, mentre un movimento al di sopra dei massimi di 1,3350, avrebbe come target l’area di 1,3500″.
Riguardo al rapporto EURGBP, “fallito il test nell’area di 0.8675 c’è stata una rottura nell’area cruciale di 0.8620 e un ritorno indietro ai recenti minimi a 0.8530 e con un movimento attraverso 0.8500 si potrebbe puntare a un movimento verso l’area di 0.8420”.