Notizie Notizie Italia Spread attende verdetto Moody’s su rating: dopo downgrade ottobre non si aspettano ‘sorprese’

Spread attende verdetto Moody’s su rating: dopo downgrade ottobre non si aspettano ‘sorprese’

15 Marzo 2019 11:07

Spread in rialzo, in un clima di attesa per il giudizio di Moody’s sul rating del debito sovrano italiano, che arriverà stasera a mercato chiuso. Il differenziale tra il Btp a dieci anni e il Bund tedesco si attesta in area 244 punti base, in rialzo dell’1,37% (minimo di giornata a 243,3 punti e un massimo intraday poco sopra 246 punti). Il rendimento del bond decennale italiano al 2,52 per cento.

Salvo sorprese dell’ultima ora, l’agenzia Usa dovrebbe confermare il rating (attualmente Baa3, ultimo livello dell’investment grade) e l’outlook stabile. “Visto che l’agenzia ha già agito a ottobre scorso, una ulteriore mossa sembra improbabile”, afferma Giuseppe Sersale, strategist di Anthilia Capital Partners Sgr. Anche secondo gli esperti di Mps Capital Services non dovrebbero esserci sorprese dopo l’azione dello scorso autunno. A ottobre Moody’s non aveva, infatti, risparmiato l’Italia, infliggendole un downgrade: il rating era stato abbassato di un notch a Baa3 da Baa2, a un solo gradino dal rating “junk” (spazzatura). L’outlook è stato modificato in stabile.

L’ultima a esprimersi sull’Italia era stata, meno di un mese fa, Fitch che aveva confermato il giudizio sull’Italia con rating BBB (solo due gradini sopra il livello ‘junk’) e outlook negativo. Aveva però dato un avvertimento preciso: ovvero la necessità di un cambio di passo, se non di una svolta politica, per superare tutte le criticità che continuano pesare su economia italiana e conti pubblici. Le prossime date chiave per l’Italia sono i pronunciamenti di S&P (26 aprile).

Bankitalia: debito pubblico schizza ancora
In attesa di Moody’s, le nuove nubi sull’Italia si addensano con l’aggiornamento mensile della Banca d’Italia sul debito pubblico italiano che ha toccato a gennaio un nuovo record. Nel dettaglio, il debito delle amministrazioni pubbliche è aumentato di 41,3 miliardi di euro rispetto al mese precedente, risultando pari a 2.358 miliardi. “L’incremento riflette l’aumento di 44 miliardi delle disponibilità liquide del Tesoro (a fine mese risultavano pari a 79,1 miliardi), solo in parte compensato dall’avanzo di cassa del mese (2,5 miliardi) – spiega Bankitalia nel bollettino statistico “Finanza pubblica, fabbisogno e debito” -. Complessivamente gli scarti e i premi all’emissione e al rimborso, la rivalutazione dei titoli indicizzati all’inflazione e la variazione dei tassi di cambio hanno ridotto il debito di 0,3 miliardi”.
Con riferimento alla ripartizione per sottosettori, il debito delle amministrazioni centrali è aumentato di 41,8 miliardi, quello degli Enti di previdenza di 0,1 miliardi; il debito delle amministrazioni locali si è invece ridotto di 0,6 miliardi. A gennaio le entrate tributarie contabilizzate nel bilancio dello Stato sono state pari a 34,5 miliardi, in aumento del 2,4% (0,8 miliardi) rispetto al dato dello stesso mese del 2018.