Wall Street cauta con outlook Fed super-falco. Tassi Treasuries a un soffio dal 2%, Peloton si riprende, titolo in rally
Wall Street cauta, con il Dow Jones che mette a segno un rialzo dello 0,25% a 35.179 punti; lo S&P 500 piatto, con un calo di appena -0,08% a 4.480 e il Nasdaq ingessato a quota 14.003 circa.
Ieri lo S&P 500 ha perso lo 0,37%, mentre il Nasdaq Composite è arretrato dello 0,58%. Il Dow Jones ha concluso la sessione in rialzo di appena 1 punto.
Attenzione al trend dei tassi sui Treasuries Usa, con quelli decennali schizzati fin oltre l’1,95%, al momento in crescita all’1,96%.
Si fa sempre più hawkish l’outlook degli analisti sulla politica monetaria della Fed. Nelle ultime ore gli analisti di Bank of America hanno detto di prevedere fino a sette strette monetarie da parte della banca centrale guidata da Jerome Powell, nel corso del 2022. Altri quattro rialzi dei tassi sono attesi da Bank of America nel corso del 2023.
Il grande market mover di questa settimana è l’indice dei prezzi al consumo, termometro cruciale del trend dell’inflazione, relativo al mese di gennaio, che sarà pubblicato dal dipartimento del Lavoro Usa dopodomani, 10 febbraio. Secondo le stime, il dato è salito del 7,2% su base annua, al ritmo più forte dal febbraio del 1982, dunque in 40 anni, fattore che porta i mercati a scommettere ormai anche su un primo rialzo dei tassi da parte della Federal Reserve, a marzo, pari a 50 punti base.
In questo contesto, “l’azionario Usa farà fatica a trovare una direzione, fino a quando gli ultimi dati sull’inflazione non porteranno i mercati a prezzare quanto le azioni siano sopravvalutate in rapporto a quanto la Fed sarà aggressiva” sui tassi, ha commentato Edward Moya di Oanda, secondo un articolo della Cnbc.
“I tumulti di mercato a cui assistiamo continuano, in quanto l’attenzione rimane sull’incertezza riguardo alla politica della Fed e alla transizione economica – ha scritto in una nota ai clienti Canaccord Genuity – Purtroppo, questo è un contesto che permarrà per un po’, in concomitanza con il dispiegarsi della transizione economica e monetaria di metà ciclo”.
Tra i titoli protagonisti della seduta, Peloton, che balza di oltre il 6% dopo essere scivolato in premercato.
Il gruppo ha annunciato oggi l’intenzione di sostituire il ceo John Foley e di tagliare ben 2.800 posti di lavoro, pari al 20% delle posizioni corporate. Nuovo numero uno della società newyorchese di fitness indoor sarà Barry McCarthy, ex direttore finanziario di Spotify e Netflix. Peloton ha comunicato di prevedere per il 2022 una riduzione dei costi annuali di $800 milioni e un taglio delle spese in conto capitale di $150 milioni.
La società Covid Winner 2020 ha rivisto inoltre al ribasso l’outlook sul fatturato e sulla crescita delle persone connesse di quest’anno.
Ieri le quotazioni di Peloton sono volate di oltre il 30% a Wall Street dopo alcune voci di mercato, secondo cui sia Amazon che Nike starebbero considerando l’eventualità di acquistare la società di New York, produttrice di attrezzature fitness.
Focus anche sul colosso farmaceutico americano Pfizer, produttore dei vaccini anti-Covid, che ha annunciato di aver concluso il quarto trimestre del 2021 con un utile, su base adjusted, più che quadruplicato a $3,39 miliardi, rispetto agli $847 milioni del quarto trimestre del 2020. Sempre su base adjusted, l’eps è stato pari a $1,08, molto meglio degli 87 centesimi per azione stimati dal consensus.
Il fatturato è stato invece deludente, attestandosi a $23,84 miliardi, rispetto ai $24,12 miliardi attesi.
Pur se inferiore alle attese, il giro d’affari è più che raddoppiato, grazie alle vendite del vaccino anti-Covid, che hanno assicurato un fatturato di $12,5 miliardi. Per il 2022 Pfizer prevede un fatturato record, complici le vendite dei vaccini anti-Covid stimate a $32 miliardi e anche le vendite della pillola anti-Covid Paxlovid, attese per $22 miliardi. Ma le quotazioni scontano il fatturato del quarto trimestre peggiore delle stime, perdendo più del 4,5%.