Rumor Def shock: Pil Italia solo +0,1% in 2019, deficit-Pil su al 2,4%. Occhio allo spread
Un Def shock che azzera tutto l’ottimismo del governo M5S-Lega e che smentisce le parole dello stesso presidente del Consiglio Giuseppe Conte, che aveva definito il 2019 un anno bellissimo. E un Def che dà ragione proprio a quelle istituzioni internazionali e nazionali come il Fondo monetario internazionale, l’Ocse, Bankitalia, che erano state tacciate di pessimismo o, più volgarmente, accusate di gufare contro l’esecutivo M5S-Lega.
E invece sono alcune stesse fonti governative, in base a quanto riportano Reuters e il Sole 24 Ore, a dipingere uno scenario da Urlo di Munch. Altro che crescita del Pil +1% nel 2019. Il ministro dell’economia Giovanni Tria e colleghi sarebbero pronti a tagliare le stime di crescita del Pil italiano per il 2019 ad appena +0,1%, a fronte di un Pil programmatico fissato in precedenza a +1%.
Proprio per la crescita minore, il rapporto deficit-Pil dovrebbe essere rivisto al rialzo dal 2,04% al 2,4% del Pil (proprio il target pomo della discordia che aveva provocato lo scontro con l’Unione europea nel corso delle trattative sulla legge di bilancio).
Da ricordare che il target deficit-Pil era stato stabilito in base a una crescita prudenziale dello 0,6%. La fonte di Reuters ha confermato tuttavia la fiducia del governo nel decreto crescita, precisando che la misura potrebbe portare il Pil a crescere dello 0,2% e a tagliare il deficit al 2,3%.
Idem i rumor del Sole 24 Ore:
“Def, crescita ferma a +0,1% e deficit verso quota 2,4%”, è il titolo dell’articolo. “La crescita di quest’anno, secondo gli ultimi dati elaborati dal Mef, si ferma allo 0,1%, contro l’1% programmato a dicembre”. Sono questi, quelli del Pil e del deficit Pil, “i due numeri chiave con cui il Documento di economia e finanza (Def) certificherà gli effetti della frenata congiunturale e le sue ricadute sulla finanza pubblica. Il quadro tendenziale, precisa il Sole, “è ancora provvisorio, anche perchè prima dell’appuntamento del 10 aprile con il consiglio dei ministri sono attesi dall’Istat i dati con l’aggiornamento dei conti trimestrali della Pubblica amministrazione e la produzione industriale di febbraio. Ma i ritocchi difficilmente potranno essere superiori al decimale, verso una crescita allo 0,2% e un deficit al 2,3%, anche alla luce degli ultimi calcoli sulla spesa per interessi con uno spread che rimane alto (ieri ha chiuso a 248) ma 20-30 punti sotto i livelli presi a riferimento a dicembre”.
Proprio sullo spread ieri il quotidiano La Repubblica aveva parlato di una spesa per interessi che nel 2021 sarebbe destinata a salire a 76 miliardi all’anno, pari al 4% del Pil.
Non per niente, dopo i rumor, lo spread BTP-Bund sale fino a quasi +4%, attestandosi oltre i 257 punti, verso quota 260 punti base, a fronte di un tasso decennale dei BTP che si avvicina al 2,53%. Il Sole 24 Ore riporta anche le prossime date che saranno cruciali per il destino dell’Italia.
Oltre a quella del 10 aprile, entro cui il governo dovrà presentare il Def con l’aggiornamento del quadro macroeconomico, c’è la data del 26 aprile, in cui arriverà il verdetto sul rating dell’Italia da parte di Standard & Poor’s, che recentemente ha confermato la valutazione a BBB, con outlook tuttavia peggiorato a negativo da stabile.
Il 30 aprile toccherà all’Istat diffondere la prima stima preliminare relativa al trend del Pil italiano nel primo trimestre, in attesa che quella definitiva, che sarà resa nota a fine maggio.
Tra il 1° e il 7 maggio la Commissione europea pubblicherà le previsioni economiche di primavera sui conti dell’Italia. Il giudizio, atteso per il 6 giugno, potrebbe essere sospeso fino alla Nota di aggiornamento al Def che arriverà a settembre, e essere infine comunicato a novembre.