Confindustria, CSC: contributo esiguo a economia da reddito cittadinanza e Quota 100
Il Centro Studi Confindustria boccia le misure portanti del contratto di governo M5S-Lega, ovvero il reddito di cittadinanza e quota 100. Da queste misure, si legge negli Scenari economici, arriverà infatti secondo gli esperti soltanto un “esiguo” contributo alla crescita economica, una spinta “modesta”.
Tali misure, “soprattutto il reddito di cittadinanza, daranno un contributo, seppure esiguo, alla crescita economica, concentrato nel primo anno di implementazione”. Le due misure, già annunciate nella primavera 2018 con il Contratto di governo, “a causa dell’ampio impatto atteso sui conti pubblici hanno contribuito al determinarsi di due fattori sfavorevoli: rialzo dei rendimenti sovrani e cambio di tendenza della fiducia delle imprese”.
Arriva inoltre anche la beffa per quel governo che ha fatto del taglio delle tasse una sorta di promessa di una terra promessa.
Secondo il Csc, la pressione fiscale scenderà di fatto nel 2019 al 42 per cento del Pil (in calo dal 42,2 nel 2018), ma risalirà poi al 42,7 per cento nel 2020, “assumendo una traslazione parziale degli aumenti delle imposte indirette sui prezzi già nello stesso anno”.
Le entrate complessive della P.A. sono stimate salire al 46,9 per cento del Pil (dal 46,2 del 2019); ancora più accentuato l’aumento in termini nominali (+3,6 per cento). L’effetto dell’attivazione delle clausole, nel solo 2020, è stimato in 0,6 punti di Pil di maggiori entrate fiscali.