Brexit, la resa dei conti. Telegraph: ‘Oggi 29 marzo, avrebbe dovuto essere il nostro Independence Day’
“The Day of Reckoning”, ovvero, “la resa dei conti”. Questo il titolo dell’editoriale firmato da Allison Pearson e pubblicato sul Telegraph. In attesa di capire se quella di oggi, 29 marzo, sarà la terza clamorosa disfatta per la premier Theresa May, Pearson scrive:
“Stasera, alle 11 pm, avrei desiderato brindare con uno champagne alla libertà del Regno Unito, così come avevamo pianificato. Invece, viste le circostanze, è molto più probabile che mi ritroverò a bere mezzo bicchiere di Tizer e Nurofen”.
“Oggi, avrebbe dovuto essere l’ultimo nostro giorno nell’Unione europea. E invece, 1009 giorni dopo il referendum (sulla Brexit del 23 giugno del 2016), Theresa May tornerà questo pomeriggio al Parlamento facendo un ultimo disperato tentativo”, continua Pearson.
“Il primo ministro ha promesso le dimissioni, nel caso in cui la sua proposta passasse, ma i parlamentari euroscettici insistono sul fatto che debba annunciare oggi quando intenderà dimettersi, a prescindere dal risultato”.
“Stanotte – scrive ancora un’avvilita Allison Pearson – avremmo dovuto brindare alla nostra indipendenza. Invece, sprecheremo altro tempo alla Camera dei pagliacci”.
Oggi, 29 marzo, è il giorno in cui il Regno Unito avrebbe dovuto lasciare l’Unione europea.
Due giorni fa la premier Theresa May, consapevole delle varie disfatte che ha incassato, e del fatto che fin troppi esponenti del partito Tory sono ormai pronti a chiedere la sua testa, ha annunciato di essere pronta a dimettersi, a patto che Westminster approvi finalmente il suo accordo sulla Brexit.
Da segnalare che, se entro il 12 aprile la proposta di divorzio sarà bocciata da Westminster, lo stesso giorno sarà la data in cui si concretizzerà lo scenario peggiore: la Hard Brexit, o anche uscita disordinata del paese dall’Unione europea e, in sostanza, un no deal Brexit.
Se invece entro quella data quella proposta riceverà l’approvazione della Camera dei Comuni, allora il Regno Unito avrà tempo fino al prossimo 22 maggio, per approntare le misure e seguire l’iter legislativo che possa ‘consacrare’ la sua uscita di scena dal blocco europeo. Ma, visto che secondo molti esperti anche il voto di oggi è destinato al fallimento, nonostante la promessa di dimissioni della premier May nel caso in cui la sua proposta passi, si torna a parlare della possibilità che Bruxelles chiuda un occhio e conceda nuovamente più tempo al Regno Unito.