Notizie Notizie Italia Ue dice stop a plastiche monouso: potenziali ‘vincitori e vinti’ tra le quotate

Ue dice stop a plastiche monouso: potenziali ‘vincitori e vinti’ tra le quotate

1 Aprile 2019 12:12

Addio plastica monouso

Di ambiente si è parlato molto nell’ultimo periodo. Un tema che ha riempito tutte le pagine dei giornali a metà marzo in concomitanza con il Global Strike for future, la manifestazione a livello globale sul clima nata grazie all’impegno della giovane studentessa svedese Greta Thunberg che il prossimo 19 aprile sarà a Roma per partecipare all’appuntamento settimanale in Piazza del Popolo con i giovani italiani di Fridays For Future.

Al bando plastica monouso nell’Ue
A distanza di qualche settimana dall’evento, il Parlamento europeo ha ufficialmente messo al bando le plastiche monouso all’interno dell’Unione europea. Mercoledì scorso gli europarlamentari hanno detto sì in via definitiva una nuova legge che introduce il divieto d’uso di articoli in plastica monouso come piatti, posate, cannucce e bastoncini cotonati. In particolare, la direttiva, approvata con 560 voti favorevoli, 35 contrari e 28 astensioni, vieta l’utilizzo nell’UE entro il 2021 di posate di plastica monouso (forchette, coltelli, cucchiai e bacchette), piatti di plastica monouso, cannucce di plastica, bastoncini cotonati fatti di plastica, bastoncini di plastica per palloncini, plastiche oxodegradabili, ma anche i contenitori per alimenti e tazze in polistirolo espanso (la decisione ufficiale del Parlamento Ue).
Vengono introdotti target più restrittivi per le bottiglie in plastica: il 90% delle bottiglie di plastica dovrà essere raccolto dagli Stati membri entro il 2029. Le bottiglie di plastica dovranno contenere almeno il 25% di contenuto riciclato entro il 2025 e il 30% entro il 2030.

Vale, infine, la pena ricordare i dati della Commissione europea, secondo la quale oltre l’80% dei rifiuti marini è costituito da plastica. A causa della sua lenta decomposizione, la plastica si accumula nei mari, negli oceani e sulle spiagge dell’UE e del mondo. I residui di plastica sono ingeriti dalle specie marine (come tartarughe marine, foche, balene e uccelli, ma anche dai pesci e dai crostacei) e sono quindi presenti nella catena alimentare umana.

L’analisi di Equita: gli impatti sulle quotate
Ma con l’ok degli eurodeputati quali potrebbero essere i risvolti per le società quotate? Equita Sim ha fatto il punto della situazione in un commento dedicato a questo tema, molto dibattuto a livello nazionale e internazionale. “La direttiva passa ora al Consiglio dei ministri per l’adozione formale, quindi sarà pubblicata sulla Gazzetta ufficiale europea. Da quel momento, i Paesi membri avranno due anni per integrarla”, sottolineano gli esperti di Equita, secondo i quali la notizia ha dei risvolti positivi e negative per alcune società.

In particolare, la sim milanese indica nelle fila delle potenziali ‘vincitrici’ Aquafil per una maggiore domanda di prodotto riciclato); IMA per le opportunità che potrebbero aprirsi dalla modifica del processo produttivo per realizzare tappi e coperchi solidali; GIMA TT grazie allo studio di macchinari per produzioni alternative ai prodotti monouso in plastica), e ancora Hera/A2A per tutto il discorso legato al riciclo); Saes Getters che potrebbe trarre vantaggio da investimenti in nuove divisioni per creazione prodotti biodegradabili). Equita cita infine anche Zignago, considerando il vetro come prodotto sostitutivo e Maire come nuovo veicolo per promuovere progetti nel riciclo meccanico della plastica e il riciclo chimico.

Equita indica tra le società che potrebbero avere impatti negativi quelle che operano nel settore del food & beverage esposte al business to consumer (come ad esempio Danone) e Ivs, “che avranno necessità di trovare soluzioni sostitutive e passare i maggiori costi ai clienti finali”, conclude la sim.