Minute Bce: forti timori per il rallentamento, necessità di stimoli più aggressivi
Non alzare i tassi almeno fino al marzo 2020 è quello che alcuni governatori hanno sostenuto durante l’ultima riunione della Bce del 7 marzo scorso i cui verbali sono stati resi noti oggi. Al termine di quella riunione, il consiglio direttivo della banca centrale guidata da Mario Draghi ha deciso di modificare la forward guidance prevedendo tassi sui livelli attuali almeno fino a fine 2019 e al tempo stesso ha annunciato una nuova tranche di aste Tltro.
“Da tempo ci sono timori che gli effetti di tassi di interesse bassi per un periodo prolungato possano nuocere ai margini di interesse e alla redditività delle banche, con effetti negativi sul lungo periodo sull’intermediazione bancaria e sulla stabilità finanziaria” si legge nei verbali dell’ultimo meeting ma alcuni governatori hanno suggerito di non alzare i tassi almeno fino a marzo 2020. Altri invece hanno ricordato che “le conseguenze dei tassi bassi sono state molto diverse tra le diverse banche, in base ai loro modelli di business e la struttura dei loro bilanci”.
Timori per il rallentamento
In una fase come quella attuale dove si registra un netto rallentamento, i governatori della Bce hanno espresso il timore che possa trattarsi più di un semplice “soft patch” e che possa protrarsi più a lungo del previsto, discutendo così su misure di stimolo più aggressive per supportare l’economia europea. “Fra gli elementi di rischio la guerra commerciale tra gli Stati Uniti e la Cina e una Brexit no-deal. “E’ improbabile che alcuni dei fattori alla base del rallentamento, come gli sviluppi in Cina, svaniscano nel giro in pochi mesi”, si legge nei verbali della Bce.
Se l’outlook dovesse diventare meno favorevole del previsto allora la Bce potrebbe adattare la sua composizione di misure di politica monetaria in uno dei prossimi meeting.
Il commento di Aberdeen Standard Investments
Le minute della BCE non ci dicono nulla che non sapessimo già afferma Paul Diggle, economista senior di Aberdeen Standard Investments secondo cui la banca continua a pensare che questa sia una “debolezza temporanea”, e che un’economia interna resiliente impedirà di cadere in recessione. “La BCE deve tuttavia tenere a mente che estendere la forward guidance e introdurre il tiering dei tassi di deposito equivale in realtà a girare intorno al tema del rallentamento in Europa” continua l’esperto secondo cui continuando di questo passo non ci vorrà molto prima che i mercati comincino a considerare la probabilità che la BCE debba riavviare il QE. E poi apre ad un nuovo scenario: esiste cioè la possibilità che la Cina possa ancora andare in soccorso della BCE. “Un miglioramento significativo dell’economia cinese potrebbe benissimo avvenire attraverso un accordo sugli scambi commerciali con gli Stati Uniti o iniziative di stimolo fiscale. Ciò riporterebbe in auge i grandi esportatori europei. Ma non si può aggirare il fatto che si tratti di un approccio non ottimale alla politica monetaria” conclude Diggle.