Petrolio: WTI e Brent +30% e +40% da inizi anno. Ma per Goldman Sachs nessun ritorno a $80
Petrolio sotto i riflettori, dopo che il Brent e il WTI sono saliti nelle ultime ore ai nuovi record in cinque mesi, ovvero dal novembre del 2018. In particolare, il contratto sul Brent è salito fino a $71,34 al barile, mentre il WTI scambiato a New York è avanzato fino a $64,77 al barile. La corsa continua, se si considera che i due contratti Brent e WTI sono balzati rispettivamente del 40% e 30% dall’inizio dell’anno, prezzando i timori di una riduzione dell’offerta di petrolio a livello globale, alimentata dai tagli decisi dai paesi Opec e non Opec, dalle sanzioni Usa contro l’Iran e il Venezuela e, negli ultimi giorni, dalle tensioni in Libia, paese appartenente all’Opec.
L’outlook rimane tuttavia incerto, se si considera il deterioramento dell’economia globale, che rende alcuni analisti cauti sulla sostenibilità della fase rialzista dei prezzi.
Ci si chiede, di fatto, quali ripercussioni avranno sulla domanda di petrolio i tassi di crescita più deboli dei paesi consumatori, Cina in primis.
La divisione di ricerca di Goldman Sachs ha comunque deciso di rivedere al rialzo il target sulle quotazioni del Brent per il secondo trimestre dell’anno a $72,50 al barile, rispetto ai $65 precedentemente attesi. Motivo: la fiducia nel miglioramento dell’economia globale e le minacce che incombono sull’offerta di petrolio.
Detto questo, Goldman Sachs stima un ritracciamento dei prezzi dopo l’estate, a causa dell’aumento della produzione da parte dell’Opec.
Più pessimisti gli analisti di Bank of America Merrill Lynch, che avvertono sul “rallentamento significativo della crescita a livello globale”, nel corso del 2019. Di conseguenza, la previsione è di prezzi del Brent e del WTI che oscilleranno rispettivamente quest’anno, in media, a $70 e $59 al barile, e a $65 e $60 al barile l’anno prossimo.
Lo stesso Dan Murphy, responsabile della divisione di ricerca di commodities presso Goldman Sachs, intervistato dalla Cnbc in occasione della 27esima Conferenza annuale di Gas e Petrolio del Medio Oriente, a Dubai, ha affermato che le quotazioni del petrolio non torneranno ai massimi del 2018, quando il Brent è salito fino a $86 al barile.
L’esperto ha parlato di “margini di rialzo modesti”, che non permetteranno alle quotazioni di ritornare di nuovo a quota $80 al barile.