Wall Street paga fiammata inflazione a record 40 anni, Fed super hawkish? Tassi Treasuries 10y al 2%: ci siamo
Mercati in fibrillazione, dopo la pubblicazione del parametro chiave dell’inflazione, ovvero dell’indice dei prezzi al consumo, che negli States è volato a gennaio del 7,5%, più delle attese, che erano per un aumento del 7,3%.
L’inflazione ha testato il record degli ultimi 40 anni, dopo il rialzo del 7% di dicembre.
Su base mensile, l’indice dei prezzi al consumo degli States è salito al ritmo dello 0,6%, così come a dicembre, più del +0,5% stimato.
Immediata la reazione dei futures sul Nasdaq, che sono scesi subito dopo la pubblicazione del dato di oltre l’1%, scontando il rialzo dei tassi sui Treasuries a 10 anni fino al 2%. La soglia psicologica del 2% è stata toccata per la prima volta dal 2019.
Il Nasdaq capitola subito in avvio di seduta cedendo l’1,72%. Il Dow Jones arretra di oltre 230 punti, lo S&P fa -1,13%. Sell sulle Big Tech come Apple, Facebook, Microsoft, Amazon, Netflix.
A questo punto un ciclo di rialzi dei tassi sui fed funds piuttosto sostenuto da parte della Fed di Jerome Powell sembra quasi obbligato. Magari non con sette strette monetarie nel 2022, come previsto dagli economisti di Bank of America, ma di cinque strette, come i mercati stanno prezzando. E si rafforzano le scommesse su una stretta monetaria di 50 punti base già nella prossima riunione di marzo.
Il mercato del lavoro Usa, d’altronde, è solido, come confermato dal dato relativo alle richieste iniziali dei sussidi di disoccupazione, diffuso anch’esso oggi. Nella settimana terminata il 5 febbraio scorso, il numero dei lavoratori americani che hanno fatto richiesta per la prima volta per ricevere i sussidi di disoccupazione è sceso per la terza settimana consecutiva. La flessione, pari a -16.000 unità, ha portato il dato a quota 223.000, meglio delle stime del consensus, che erano per un calo limitato a 230.000 unità, rispetto alle 238.000 precedenti.
In evidenza tra le storie societarie Disney, scattato fin oltre l’8% dopo la pubblicazione di una trimestrale che ha messo in evidenza utili e un fatturato migliori delle stime degli analisti. L’eps di Disney relativo al primo trimestre fiscale si è attestato a $1,06 su base adjusted, doppiando quasi i 63 centesimi per azione attesi dagli analisti intervistati da Refinitiv. Il fatturato è stato pari a $21,82 miliardi, meglio dei $20,91 miliardi previsti.
Migliore delle attese anche il numero degli abbonati al servizio di streaming di film e serie TV Disney+, pari a 129,8 milioni, rispetto ai 125,75 milioni attesi, secondo l’outlook di StreetAccount.
Buy anche sul titolo Uber Technologies, la società di San Francisco che fornisce un servizio di trasporto automobilistico privato e che ha annunciato di aver riportato nel quarto trimestre dell’anno un utile per $892 milioni, sostenuto dal balzo del fatturato. Il giro d’affari è volato dell’83% a $5,8 miliardi, meglio dei $5,34 miliardi attesi, grazie alla ripresa delle attività sostenuta dalla riapertura dell’economia – dei servizi – dopo la fase più buia della pandemia Covid-19. Il titolo balza del quasi +6%.
“Ovviamente il Covid continua a far parte delle nostre vite – ha commentato il ceo Dara Khosrowshahi- Ma il lato positivo è che il suo impatto sta diventando sempre più debole, mentre noi impariamo a vivere con il virus. I lockdown sono meno severi, e i vaccini sono disponibili in tutto il mondo”.
Bene Twitter, +4% dopo l’annuncio di un piano di buyback del valore di $4 miliardi; e sale anche Coca-Cola, dopo la pubblicazione della trimestrale migliore delle attese.