Fed mantiene tassi invariati, ma Powell tarpa le ali alle colombe con una frase che fredda mercati
La Federal Reserve ha lasciato i tassi di interesse Usa invariati al range compreso tra il 2,25% e il 2,50%. Tuttavia, a dispetto del recente rallentamento dell’inflazione, il presidente Jerome Powell non solo non ha accennato alla possibilità di un taglio dei tassi, ma si è mostrato più falco.
Powell ha affermato infatti che è possibile che le pressioni inflazionistiche stiano scontando “fattori transitori”, aggiungendo che l’inflazione, di conseguenza, dovrebbe tornare a centrare il target della Fed nel corso del tempo.
Da segnalare che il target di inflazione della banca centrale Usa è pari al 2%, mentre il tasso sui cui Powell & Co. si concentrano per monitorare il trend della crescita dei prezzi è la componente core del PCE, rallentata a sorpresa dell’1,6% nel primo trimestre, tanto da portare i futures sui fed funds a scommettere su un taglio dei tassi di 25 punti base entro il mese di dicembre.
La reazione dei mercati è stata immediata, con i tassi sui Treasuries Usa a due anni balzati dopo le parole di Powell al 2,30%, rispetto al 2,20% precedente il comunicato della Fed. Lo scorso martedì, Donald Trump era tornato tra l’altro a criticare la Fed, auspicando al contempo un taglio dei tassi dell’1% e il ripristino del programma di Quantitative easing.
Negativa la reazione di Wall Street, con il Dow Jones che ha chiuso la sessione cedendo più di 160 punti, a 26.430,14 punti, il Nasdaq Composite sceso dello 0,6% a 8.049,64 punti e lo S&P 500 che ha riportato la sessione peggiore dallo scorso 22 marzo, scendendo dello 0,8% a 2.923,73 punti.
Il Dollar Index è salito a 97,616 dal minimo precedente di 97,149. L’euro-dollaro è tornato in area $1,12 dopo essere salito fino a $1,1265, mentre il rapporto dollaro-yen si è rafforzato fino a JPY 111,14 rispetto al minimo di JPY 111,03.