Notizie Notizie Italia Carige punta su soluzione mercato. Rumor su interesse tre soggetti stranieri, mentre Unicredit è pronta a fare la sua parte

Carige punta su soluzione mercato. Rumor su interesse tre soggetti stranieri, mentre Unicredit è pronta a fare la sua parte

10 Maggio 2019 13:25

Qualche speranza che Banca Carige possa riuscire a evitare la ricapitalizzazione precauzionale, dopo il brusco benservito, c’è. D’altronde, è lo stesso decreto Carige emanato dal governo M5S-Lega all’inizio dell’anno per mettere la banca ligure in sicurezza, che parla di salvataggio di Stato in stile Mps come di ultima soluzione a cui ricorrere. La precedenza ce l’ha infatti una soluzione di mercato. Eclissata BlackRock, quale pretendente potrebbe farsi avanti? In realtà, come ha riportato oggi il quotidiano la Stampa, altri pretendenti ci sarebbero già. Si tratterebbe di tre fondi stranieri.

“Si parla di tre soggetti, altri tre fondi stranieri che sarebbero in regime di due diligence con la banca. Con questi interlocutori ci sarebbe già stata una condivisione dei numeri del piano di ristrutturazione preparato dai commissari: lo sviluppo della trattativa con Blackrock aveva in qualche modo sterilizzato queste possibili alternative, ma la rinuncia del fondo americano offre ai commissari la chance di rimetterle in gioco”.

Insomma, prima di ricorrere a quella che è stata considerata una soluzione di ultima istanza da parte dello stesso governo M5S-Lega, Carige avrebbe ancora qualche chance di trovare una soluzione di mercato.

Quest’ultima viene auspicata sia dai commissari straordinari che sono stati chiamati a gestirla dopo la decisione della Bce di porla in amministrazione straordinaria, sia dall’esecutivo giallo-verde.

Così, nella serata di ieri, lo stesso premier Giuseppe Conte, ai giornalisti, al termine del vertice Ue informale che si è tenuto a Sibiu, in Romania:

La nazionalizzazione non è all’ordine del giorno, come sapete anche dalla cronaca dei quotidiani finanziari; è all’ordine del giorno invece una soluzione di mercato. E in una soluzione di mercato, se si chiude una porta se ne apre un’altra”.

Tra l’altro, ha aggiunto il presidente del Consiglio, “la banca è in una condizione di stabilità e sostenibilità finanziaria, quindi ci sono tutti gli estremi per perseguire con la massima tranquillità una soluzione di mercato. Io, come presidente del Consiglio, non sto seguendo direttamente la questione, però sono in vigile attesa”.

Probabilmente l’appunto è stato necessario anche per chiarire la linea del governo, visto che le parole proferite lo scorso gennaio dal vicepremier 5 stelle Luigi Di Maio avevano alimentato il sospetto che Roma fosse favorevole a una soluzione in stile Mps e, più esattamente, a una Banca di Stato.

A mettere i puntini sulle “i” è stato anche il ministro dell’economia Giovanni Tria: Per il salvataggio “si va avanti per soluzioni private”, ha detto il titolare del Tesoro.

Quali sono questi tre fondi stranieri potenzialmente interessati a Carige? La Stampa non fa nomi, mentre Il Sole 24 Ore segnala che “in serata, rumors di mercato non confermati parlavano di un canale riaperto da Genova con Varde, il fondo americano attivo in Italia che all’inizio di aprile aveva affermato che non c’erano le condizioni per presentare un’offerta vincolante per Carige.

Al di là dell’interesse dei fondi si torna a parlare però anche di un’apertura di UniCredit, dopo le dichiarazioni proferite dall’amministratore delegato Jean-Pierre Mustie,  che non ha escluso un intervento per salvare la malandata banca genovese.

Il gruppo, ha detto il ceo nella conferenza stampa con cui ha commentato i risultati di bilancio dell’istituto di piazza Gae Aulenti, potrebbe essere pronto a giocare un ruolo di sistema nella soluzione della crisi, purché questa avvenga su basi “giuste e proporzionali”. In poche parole, UniCredit interverrebbe ma solo se affiancata da altri istituti.

“Se ci sono necessità del sistema bancario – ha detto Mustier – siamo sempre pronti a sostenere il Paese, su basi giuste e proporzionali”.

Ovvero? “Questo vuol dire che tutte le banche devono essere coinvolte e su base proporzionale. Siamo sempre pronti a fare la nostra parte in un’ottica di sistema come banca italiana su basi eque e proporzionali”.

Un’apertura a salvare Carige era stata manifestata da UniCredit, in realtà, già qualche mese fa. Reuters aveva riportato in particolare alcuni rumor, secondo cui l’istituto di piazza Gae Aulenti si sarebbe mostrato disponibile all’ipotesi di un intervento, a fronte del concretizzarsi tuttavia di una precisa condizione: replicare le condizioni adottate nei confronti di Intesa Sanpaolo nell’ambito del salvataggio delle due banche venete Popolare Vicenza e Veneto Banca.

Nel giugno 2017 Intesa Sanpaolo prese il controllo di Popolare Vicenza e Veneto Banca a un prezzo simbolico di 1 euro nell’ambito di un più ampio piano di liquidazione ordinata delle banche venete sotto la regia statale, con un contributo pubblico di circa 5 miliardi al fine di tenere il Cet1 del gruppo acquirente invariato.

Il dietrofront di UniCredit era stato poi spiegato a fine gennaio da Alessandro Mazzucco, presidente di Fondazione Cariverona, tra i principali azionisti italiani di UniCredit.

Alla domanda sul perché UniCredit non avesse presentato alcuna offerta su Carige, Mazzucco aveva risposto che avrebbero dovuto esserci le stesse condizioni offerte a Intesa per le banche venete, ma il governo è cambiato”.

“L’idea era legittima ma mi pare che nel governo non abbia trovato grande sponda“, aveva detto il manager.