Notizie Notizie Italia Spread torna sotto quota 280, ma i BTP fanno paura. Danske: ‘State lontani dall’Italia’

Spread torna sotto quota 280, ma i BTP fanno paura. Danske: ‘State lontani dall’Italia’

16 Maggio 2019 16:03

“State lontani dall’Italia”. Sembra un giudizio senza possibilità di appello quello che Jens Peter Sorensen, responsabile analista presso Danske, ha scritto in una nota ai clienti riportata da Bloomberg.

La volatilità che sta colpendo il mercato dei titoli di stato italiani in vista delle elezioni europee, provocata soprattutto dalle parole forti che sono state proferite dal vicepremier leghista Matteo Salvini, porta diversi gestori a tenersi lontani dalla carta italiana, preferendo i bond di altri paesi dell’Eurozona.

Sorensen, per esempio, preferisce ai titoli di stato italiani quelli spagnoli e portoghesi.

E’ la seconda volta, inoltre, che gli analisti di Citigroup raccomandano di posizionarsi sui bond portoghesi a dieci anni rispetto ai bond italiani che presentano la stessa scadenza.

“Riguardo allo spread BTP-Bund a 10 anni, continuiamo a prevedere un allargamento fino a 300 punti base, sia per le deboli prospettive di crescita (dell’economia italiana) che per la rinnovata politicizzazione del deficit”, scrivono in una nota gli strategist di Citigroup che fanno capo a Jamie Searle.

Il sell off che si è abbattuto sui BTP italiani nel corso dell’ultima settimana, spiegano allo stesso tempo da Robeco Institutional Asset Management BV, è dovuto anche alla maggiore avversione al rischio, scatenata dall’escalation della guerra commerciale Usa-Cina.

Il rinnovarsi dei timori, infatti, ha portato gli investitori ad allontanarsi dagli asset percepiti come più rischiosi, penalizzando sia l’azionario che i bond italiani. Così spiega Martin van Vliet, strategist di Robeco:

“Non è solo il rischio idiosincratico dell’Italia a zavorrare i rendimenti dei Bund, ma anche il sentiment più generale di risk off, evidente nei mercati azionari e di rischio del credito”.

Oggi lo spread si aggira è sceso anche sotto 280 punti base, rispetto al record degli ultimi tre mesi oltre 290 punti base testato ieri.

Un articolo di Reuters fa notare tuttavia come l’avversione al rischio rimanga, portando di conseguenza i trader a puntare sui bond sovrani che vengono considerati più sicuri. Ed è così che i tassi decennali tedeschi continuano a oscillare ai minimi degli ultimi due anni e mezzo testati alla vigilia, a -0,13%. I Bund decennali tedeschi rendono ora meno dei bond giapponesi a 10 anni, con il differenziale tra i rispettivi tassi che testa il record dalla fine del 2016.

Giù anche i tassi decennali olandesi, che capitolano verso lo zero, al minimo dalla fine del 2016. La notizia dell’attacco che l’amministrazione Trump ha sferrato contro il colosso cinese di infrastrutture tlc Huawei, inserendolo nella lista nera, rende gli investitori che puntano sui bond ancora più cauti.

Oggi i tassi sui BTP decennali scendono comunque fino al 2,71%, dopo essere schizzati ieri fino al 2,81%, al valore più alto da febbraio. Ma interpellato da Reuters Mathias van der Jeugt avverte: “Il sentiment sul rischio ha mostrato qualche segnale di ripresa verso la fine della giornata di ieri, ma rimarrei ancora prudente”.

E di certo non tranquillizzano le parole del governatore di Bankitalia Ignazio Visco che, in un discorso proferito da Israele, è andato anche oltre allo spread lanciando l’allarme cds.

“I premi sui credit default swap suggeriscono che il differenziale di rendimento sia cresciuto sia per effetto dell’aumento del rischio di credito sia per il rischio di ridenominazione dei bond in una differente valuta“, ossia la possibilità che l’Italia esca dall’euro, ha detto il governatore.

“L’alto rapporto debito-Pil espone l’Italia alla volatilità dei mercati finanziari” , ha fatto notare, e “se l’aumento dei tassi dovesse persistere, peserebbe inevitabilmente sulla spesa”.

Secondo Visco, insomma, ridurre il debito pubblico e mantenere un adeguato avanzo primario “è di vitale importanza” per l’Italia. Di conseguenza, “non può più essere posticipata” una strategia credibile che punti a ridurre il rosso delle casse dello Stato.

Tra l’altro, ha aggiunto, anche sui prestiti a famiglie e imprese “cominciano a emergere segni di tensione” e le condizioni del credito “si sono inasprite, in particolare per le piccole imprese, in seguito all’aumento dei costi di finanziamento delle banche e al deterioramento delle prospettive economiche”.