Azionario Asia paga caso Huawei e guerra nervi Usa-Cina: Hong Kong -1,6, Tokyo -0,6%
L’indice Nikkei 225 della borsa di Tokyo ha chiuso la sessione in calo dello 0,62% a 21.151,14. Sotto i riflettori la guerra commerciale Usa-Cina e la l’attacco sempre più globale sferrato contro il gigante cinese Huawei. la borsa di Shanghai è capitolata fino a -1,30%, Hong Kong peggio con -1,62%, Sidney -0,29%, Seoul -0,16%.
Il colosso giapponese produttore di chip Panasonic è stato solo uno degli ultimi a rendere nota l’intenzione di fermare le forniture di alcune componenti a Huawei, al fine di rispettare le restrizioni che gli Stati Uniti hanno imposto al gruppo cinese di infrastrutture per tlc.
“Panasonic ha ordinato ai suoi dipendenti di bloccare le transazioni con Huawei e con le sue 68 società affiliate, interessate dalla messa al bando Usa”, si legge in una nota dell’azienda giapponese.
Ieri, era stata la volta del colosso produttore di chip britannico ARM. Huawei è anche finita nella lista nera di altre società Usa e britanniche, tra cui Vodafone.
Dal fronte macroeconomico del Giappone, reso noto il dato preliminare relativo al Pmi manifatturiero di maggio. che è sceso a 49,6 punti, rispetto ai precedenti 50,2 punti, indicando una fase di contrazione per il settore.
Da segnalare che la soglia dei 50 punti rappresenta la linea di demarcazione tra fase di contrazione (valori al di sotto) e di espansione (valori al di sopra).
John Hayes, economista presso IHS Markit, ha commentato il dato con “la nuova escalation delle tensioni commerciali tra Stati Uniti e Cina, che è tornata ad alimentare i timori dei produttori giapponesi. La debolezza dei fondamentali economici e della crescita che interessa la maggior parte dei paesi asiatici- ha aggiunto l’esperto – ha reso più deboli le esportazioni (in quanto sottoindice del dato Pmi del Giappone), che sono scese al ritmo più forte in quattro mesi”.
Sterlina osservata speciale, con la premier britannica May che si starebbe preparando a rassegnare le dimissioni dopo “l’ammutinamento del suo gabinetto” nella giornata di domani. E’ quanto riporta il Times UK che, sulla base di alcune indiscrezioni, segnala che May dovrebbe lasciare l’incarico di premier nella giornata di venerdì.
Ieri i rumor e le ultime novità sulla Brexit hanno portato la sterlina a segnare cali importanti sia nei confronti dell’euro, che del dollaro. In particolare, la valuta ha confermato la fase ribassista più lunga, nei confronti dell’euro, dalla creazione della moneta unica (13 giorni consecutivi di flessione), scendendo fino a 1,1320 euro, al valore più basso degli ultimi tre mesi. Nei confronti del dollaro la valuta ha testato il valore più basso in quattro mesi: il rapporto GBP-USD è in calo anche oggi, a $1,2638.