Notizie Notizie Italia Carige, Maccarone (Fitd) conferma offerte, rumor liquidazione ‘nonsense’. Spuntano indiscrezioni su tre fondi interessati

Carige, Maccarone (Fitd) conferma offerte, rumor liquidazione ‘nonsense’. Spuntano indiscrezioni su tre fondi interessati

23 Maggio 2019 13:40

“Assolutamente sì. Ci sono altri commensali al tavolo“. Così su Carige Salvatore Maccarone, presidente del Fondo interbancario di tutela dei depositi, interpellato a margine del Finance and banking summit organizzato da 24Ore Business School, in collaborazione con Il Sole 24 Ore.

Nel far riferimento al brusco dietrofront di BlackRock, Maccarone ha messo intanto i puntini sulle “i”, precisando quello che è il ruolo del Fondo che presiede:

“Noi in questo momento siamo in attesa. Il nostro compito lo abbiamo fatto a novembre. Abbiamo sottoscritto quel prestito obbligazionario, che è lì a disposizione di un’operazione che sarà fatta con qualcuno. Questo qualcuno sarebbe dovuto essere BlackRock, ma poi le strade si sono separate per ragioni non note, non si sa perché”.Secondo Maccarone, è possibile che il motivo sia stato la presenza di turbolenze sindacali.

“A un certo punto c’è stata una certa turbolenza sul piano sindacale. Potrebbe essere stato questo ad aver indotto BlackRock a lasciare, perché ragioni attinenti alla banca non mi sembrano possibili. Anche la situazione politica ed economica del paese è sempre uguale”.

DOPO ADDIO BLACKROCK INTERESSE TRE FONDI PRIVATE EQUITY

Ma dopo il brusco addio di BlackRock, quali sono i potenziali acquirenti interessati a rilevare l’istituto ligure? E, soprattutto, ci sono?

Maccarone ha parlato di “altri commensali”, ma non ha fatto nomi. Qualche nome è stato fatto invece oggi dal Sole 24 Ore, che ha citato per la precisione tre fondi di private equity: Warburg Pincus, Blackstone e Varde.

Il quotidiano di Confindustria ha riportato, in particolare, che i tre commissari Pietro Modiano, Fabio Innocenzi e Raffaele Lener,  stanno lavorando per rendere più attraente, agli occhi dei fondi, il dossier Carige e che, di conseguenza, starebbero valutando anche la possibilità di apportare modifiche sia al piano industriale che allo stesso fabbisogno di capitale.

Si parla di “condizioni simili, ma non uguali, a quelle previste per BlackRock”, ha scritto il quotidiano di Confindustria. E “sarebbe questa la premessa che avrebbe spinto i fondi di private equity Warburg Pincus, Blackstone e Varde a sedersi al tavolo delle discussioni – si legge ancora.

“Due sarebbero gli elementi di novità. Il primo riguarda il tema del fabbisogno di capitale nell’orizzonte di piano strategico al 2023: l’asticella dell’aumento di capitale nel 2019 verrebbe mantenuta a quota 630 milioni, meno dei 720 milioni (o secondo le stime più prudenti anche 800 milioni) previsti nel dossier BlackRock. Ma in virtù di un fabbisogno più contenuto nell’orizzonte di piano, di un ritocco al piano industriale, e di una struttura finanziaria più solida, l’operazione sarebbe in grado di offrire ritorni più interessanti per i fondi di private equity”.

Tuttavia, cosa accadrebbe alla banca ligure se, nonostante gli sforzi dei tre commissari, nessuno continuasse a volerla?

Di questa fosca prospettiva hanno parlato nelle ultime ore alcune fonti interpellate da Reuters, agitando per la banca lo spettro della liquidazione.

Stando alle indiscrezioni riportate, le autorità di Vigilanza europee sarebbero contrarie a quella soluzione di ultima istanza contenuta nel decreto Carige approvato dal governo M5S-Lega a inizio anno, che si sostanzierebbe in una ricapitalizzazione precauzionale in stile Mps. Questa soluzione, secondo le fonti, non sarebbe condivisa infatti da alcuni esponenti della vigilanza bancaria che, di conseguenza, proporrebbero, in caso di flop di una soluzione privata, direttamente la liquidazione.

Così come commenta La Repubblica, facendo riferimento alle indiscrezioni di Reuters, “al di là delle dichiarazioni ufficiali, l’impressione è che dentro alla Bce si possano confrontare valutazioni differenti. Non tutti, insomma, vedrebbero con favore l’intervento in Carige di uno Stato che ha già sostenuto la crisi del credito con un’iniezione di 20 miliardi di euro”.

E il no alla ricapitalizzazione precauzionale farebbe crollare i sogni del vicepremier pentastellato Luigi Di Maio, che nei mesi precedenti aveva auspicato perfino una Banca di stato, invocando la nazionalizzazione di Carige.

Detto questo, le indiscrezioni sono state definite ‘speculazioni’ da una fonte della Bce interpellata dall’Ansa. A smentirle anche il numero uno dell’Fitd Maccarone, che si è così espresso:

La liquidazione è verosimile quanto il ritorno in bonis, è una delle possibili soluzioni ma nessuno parla di questo, in questo momento. Quindi è anche deplorevole che si dicano delle cose che possono avere degli effetti pesanti su banche nella condizione di Carige, che sono banche in condizioni potenzialmente delicate”. Insomma, “è stata una cosa che non doveva essere scritta anche perchè non mi risulta che sia vera. I giornali lo scrivono ma io non ho nessuna consapevolezza né informazione né idea che questo sia vero. Ed è una cosa che è stata smentita poi dalla Bce – ha detto il numero uno del Fondo interbancario di tutela dei depositi – E’ tutto da vedere, tutto da fare. Parlare oggi di liquidazione è un nonsense”.