Petrolio: prezzi calano mentre si aggrava il conflitto commerciale tra Cina e Usa
Il peggioramento del conflitto commerciale ha pesato sulle prospettive di crescita globale, spingendo verso il basso il petrolio. I futures a New York hanno perso fino al 2,5% dopo un rally del 2,1% sulla scia delle notizie che provengono dai media cinesi secondo cui il paese potrebbe limitare le esportazioni di terre rare verso gli Stati Uniti. Nel frattempo, il consigliere statunitense per la sicurezza nazionale John Bolton ha accusato l’Iran per gli attacchi alle petroliere vicino al Golfo Persico avvenuti questo mese.
“I prezzi del petrolio sono sotto pressione in un’ulteriore escalation del conflitto commerciale tra Stati Uniti e Cina”, ha detto Carsten Fritsch, analista della Commerzbank di Francoforte.
Il greggio West Texas Intermediate è sceso al 2,2%, a 57,82 dollari al barile mentre il Brent è sceso del 2% a 68,71 dollari al barile. Sullo sfondo i tagli alla produzione da parte dell’OPEC e dei suoi alleati in scadenza alla fine di giugno, con la probabilità che il gruppo definisca la rotta da prendere per il resto dell’anno in una riunione fissata a inizio luglio. Il vice primo ministro russo Anton Siluanov parlando alla Reuters ha sostenuto che la Russia valuterà attentamente la possibilità di estendere il suo accordo di riduzione della produzione petrolifera con l’OPEC e altri produttori.
“Ci sono molti argomenti sia a favore dell’estensione che contro di essa”, ha detto Siluanov a margine di una conferenza in Kazakistan. “Naturalmente, abbiamo bisogno di stabilità dei prezzi e prevedibilità e questo è positivo, ma vediamo che tutti questi accordi con l’OPEC portano i nostri partner americani ad aumentare la produzione di petrolio di scisto e a prendere nuovi mercati”.