Inflazione anche oltre il 2%, la possibile grande svolta della Bce post-Draghi
Entra nel vivo la corsa alla successione di Mario Draghi, presidente della Bce il cui mandato scadrà il 31 ottobre. Archiviate le elezioni europee, i leader europei iniziano a tessere la tela per trovare l’identikit perfetto che coniughi le differenti view e sia all’altezza della pesante eredità che lascerà il banchiere italiano.
I nomi in lizza sono tanti. Tra questi anche Olli Rehn, politico finlandese con forte esperienza in ambito europeo e dalle scorso anno alla guida della banca centrale finlandese.
Rendere simmetrico l’obiettivo di inflazione
L’ex Commissario europeo per gli Affari Economici e Monetari e vicepresidente della Commissione europea ha un piano di riforma della politica monetaria della Bce, compresa una revisione dell’obiettivo di inflazione del 2%. “Rendere l’obiettivo di inflazione della Bce simmetrico è un’ambizione condivisibile”, rimarca Tommaso Monacelli, Professore di Economia all’Università Bocconi di Milano, intervenuto alla Trasmissione Scarabeo di FinanzaOnline TV. Oggi l’obiettivo della stabilità dei prezzi è da perseguire con un aumento prezzi a ritmo del 2% o poco inferiori. “Renderlo simmetrico come Rehn e anch’io ritengo – argomenta Monicelli – vorrebbe dire segnalare ai mercati che la Bce è disposta a tollerare anche inflazione oltre il 2%. Un segnale forte che potrebbe arrivare dalla Banca centrale europea”.
“Non c’è nessun motivo preciso perché questo sia un livello d’oro, ineluttabile – continua l’economista – . E’ stato scelto perché è un target numerico sufficientemente basso, però adesso questo livello risulta difficilmente raggiungibile per realtà quali Eurozona e Giappone. Avere un target è importante – quindi il punto è riformare per la Bce il target per renderlo simmetrico in modo da suggerire che variazioni sopra tale target possa essere tollerato”.
Bce dovrà essere sempre più attiva
Il QE e i programmi Tltro sono state misure di supporto al sistema bancario importanti introdotte in questi anni e “sono misure permanenti nel portafoglio di strumenti della Bce e non crediamo che nessun candidato possa pensare di togliere tali strumenti. Il pavimento di tassi zero sarà sempre più la normalità che l’eccezione per tutte le maggiori banche centrali e quindi guardando ai prossimi anni e decenni la Bce dovrà continuare a mostrarsi proattiva a livello di misure da mettere in atto”, conclude l’economista della Bocconi.
Rehn sostiene inoltre che i governi dovrebbero fare di più con la loro politica fiscale. Rehn, che prima di intraprendere la carriera politica è stato un calciatore di alto livello (giocò nella serie A finlandese), asserisce la necessità di riforme per stimolare la crescita economica nell’area dell’euro.