Petrolio quasi -20% da record 2019. Standard Chartered: trader hanno scontato momento Lehman Brothers
Chi fa trading sui mercati petroliferi ha scontato molto probabilmente uno scenario decisamente peggiore rispetto alla realtà dei fatti. E’ quanto ha detto Paul Horsnell, responsabile della divisione di ricerca sulle commodities presso Standard Chartered.
I trader, ha aggiunto Horsnell partecipando alla trasmissione della CNBC “Squawk Box Europe”, hanno prezzato quasi un “momento Lehman Brothers”: motivo per cui i prezzi del petrolio sia del Brent che del WTI sono scesi quasi del 20% rispetto ai record del 2019 testati alla fine di aprile.
La paura è stata praticamente di una crisi economica e finanziaria della portata di quella globale del 2008 che, secondo i trader, avrebbe affossato i consumi di petrolio. Di qui, il brusco sell off.
Ma il mercato energetico, ha spiegato l’analista, “ha scontato un contesto molto più negativo delle condizioni attuali. Siamo arrivati a scontare qualcosa di tanto grave quanto lo scenario immediatamente successivo al (crack) di Lehman Brothers”.
Questo non significa che la banca abbia una view positiva sui prezzi del petrolio.
E’ stata la stessa Standard Chartered, infatti, in una nota pubblicata la scorsa settimana, a mettere in evidenza come i dati dell’AIE (Agenzia Internazionale dell’Energia) relativi alle scorte avessero presentato un quadro decisamente debole.
Il report pubblicato all’inizio di questo mese ha confermato un forte balzo delle scorte di petrolio crude, delle scorte di benzina e di distillati. Tanto che la divisione di ricerca della banca ha definito essa stessa quei dati estremamente deboli alla stregua di “un momento in stile Lehman Brothers”.
Da segnalare che Standard Chartered pubblica un proprio “indice toro-orso”, che oscilla in un range compreso tra -100 a +100 punti.
L’indice misura la direzione che il mercato sembra prendere su base settimanale.
“Il nostro indice toro-orso relativo ai dati sul petrolio Usa si è attestato a -96,7, soltanto lievemente al di sopra dell’estremo valore pari a -100 di due settimane fa”, ha scritto la banca in una nota pubblicata lo scorso giovedì.
La media delle ultime quattro settimane è pari a -79,4, decisamente al di sotto del range degli ultimi cinque anni. E anche questo valore non è stato mai così negativo dal periodo immediatamente successivo al collasso di Lehman Brothers, nel 2008.
“Credo che tutto ciò ci dica qualcosa del sentiment presente sui mercati petroliferi – ha detto Horsnell – La situazione è molto febbrile, c’è molta preoccupazione per la domanda”.
Un’interpretazione simile riguardo al trend dei prezzi del petrolio l’ha data Tamas Varga, analista senior presso PVM Oil Associates:
“La recente perdita del 20% dei prezzi del petrolio è stata scatenata principalmente dal sentiment presente sul mercato azionario e si è presentata nonostante la considerevole scarsità dell’offerta sul mercato fisico”, ha scritto Varga in una nota pubblicata oggi e riportata dalla Cnbc.
“L’incertezza e la volatilità sono destinate a prevalere, e l’outlook immediato sui prezzi rimane tutto fuorché chiaro”.
Oggi, i prezzi del petrolio WTI scambiati a New York salgono alle 14.10 ora italiana dello 0,96%, a $53,77 al barile, mentre il Brent fa +0,34%, a $62,50.