Anche Confindustria boccia minibot, ‘aumentano debito pubblico, rischio tassi più alti su titoli sovrani’
Dopo il no del numero uno della Bce Mario Draghi e, ancora prima, di quello del governatore di Bankitalia Ignazio Visco, per non parlare della platea nutrita di economisti di tutto il mondo, anche Confindustria boccia sonoramente l’idea dei minibot dell’economista leghista Claudio Borghi.
Così nell’analisi 10 domande (e risposte) sui cosiddetti MiniBOT:
“È molto improbabile che i nuovi titoli di Stato di piccolo taglio, chiamati MiniBOT, citati nella mozione parlamentare del 28 maggio scorso per ridurre i debiti commerciali del settore pubblico nei confronti delle aziende fornitrici, possano risultare utili. Grazie agli sforzi degli ultimi anni, lo stock di debiti commerciali della pubblica amministrazione si è molto ridotto (anche se resta il più ampio in Europa) e i tempi di pagamento sono stati accorciati (ma non in modo omogeneo in tutte le aree del Paese). Ciò di cui c’è ancora bisogno è di accrescere l’efficacia della PA. Inoltre, le imprese italiane – in media – non soffrono oggi di una crisi di liquidità, come nel 2012, quando Confindustria chiese con urgenza misure straordinarie per pagare i debiti commerciali accumulati dalla PA”.
Ancora, si legge:
“L’introduzione dei MiniBOT per pagare i debiti commerciali alle imprese farebbe crescere il livello del debito pubblico in Italia, proprio mentre la Commissione europea ritiene giustificata l’apertura di una procedura per disavanzi eccessivi perché il debito non sta scendendo a sufficienza. Ciò rischia quindi di avere ripercussioni sui mercati finanziari, in termini di rendimenti ancora più elevati sui titoli sovrani. L’Italia ha bisogno, invece, di una strategia credibile di medio termine per ridurre i tassi di interesse e innalzare la crescita economica”