Notizie Notizie Mondo Fed, dot-plot rivede al ribasso tassi entro fine 2020. Oro in rally a record oltre cinque anni

Fed, dot-plot rivede al ribasso tassi entro fine 2020. Oro in rally a record oltre cinque anni

20 Giugno 2019 09:51

Come da attese, la Federal Reserve di Jerome Powell ha lasciato i tassi di interesse Usa invariati in corrispondenza del range compreso tra il 2,25% e il 2,50%. L’annuncio è arrivato ieri, nella serata italiana. Il dot plot è rimasto anch’esso invariato per il 2019 rispetto a quello precedente di marzo, ma quasi la metà degli esponenti del Fomc intravede ora tassi di interesse più bassi. Il valore mediano delle aspettative sui tassi per la fine del 2020 è sceso infatti al 2,1% rispetto al 2,6% precedente.

Nel comunicato del Fomc è scomparsa inoltre la frase secondo cui la Federal Reserve sarebbe stata “paziente” sui tassi.

Il Fomc ha rilevato che le “incertezze sull’outlook di un’espansione economica sostenuta sono aumentate” e, nella conferenza stampa seguita all’annuncio sui tassi, il presidente della Fed Jerome Powell ha confermato che sono stati fatti “cambiamenti significativi” al comunicato.

Powell ha parlato di deterioramento del sentiment verso il rischio nei mercati finanziari e di ostacoli rappresentati dagli sviluppi commerciali e da una crescita globale più debole. “Molti (esponenti) del Fomc ritengono che ci siano maggiori presupposti per una politica più accomodante – ha detto – in generale (i membri del Fomc) prevedono un avvicinamento del tasso di inflazione al target, ma a una velocità minore“.

Il timoniere della Fed colpito da una costante carrellata di critiche dal presidente americano Donald Trump – che starebbe pensando anche a come dargli il benservito, ha fatto notare comunque che l’economia americana continua a performare bene e che molte indicazioni che arrivano dal mercato del lavoro sono solide. Certo, tra le sfide vengono citate “le notizie relative al commercio (in particolare relative alla guerra commerciale Usa-Cina)”, che “continuano a condizionare in maniera importante il sentiment”.

Di conseguenza, i rischi legati al commercio sembrano essere aumentati”.

Detto questo, “desideriamo reagire a trend che siano reali, non a uno o due dati o a oscillazioni del sentiment”. Ovviamente, rileviamo che “sia l’inflazione che le aspettative sull’inflazione sono diminuite, e dobbiamo essere molto forti nel perseguire il target dell’inflazione al 2%”. Tuttavia, “non c’è stato un grande sostegno a tagliare i tassi di interesse in questo momento”. E di fatto, l’unico che era per un taglio dei tassi nella riunione del Fomc che si è conclusa ieri è stato James Bullard.

Riguardo agli attacchi ripetuti lanciati nei suoi confronti dal presidente americano Donald Trump, Powell si è limitato a rispondere che “il mio mandato dura quattro anno, e intendo servirlo”.

LA CARICA DEI TORI SULL’ORO, GIU’ DOLLARO E RENDIMENTI TREASURIES

La reazione al comunicato più dovish della Fed non si è fatta attendere: balzo per le quotazioni del contratto spot sull’oro, che sono salite al record in oltre cinque anni, salendo a $1.381,94 l’oncia.  In rally anche i futures sull’oro, che sono volati fino a +3%, a $1.397,70. Gli analisti hanno attribuito i poderosi rialzi all’indebolimento del dollaro e dei rendimenti dei Treasuries Usa, causati a loro volta proprio dal comunicato della Fed, che ha aperto la porta a ulteriori tagli dei tassi.

Alla Cnbc Rob Carnell, responsabile economista e responsabile della divisione di ricerca per l’Asia Pacifico di ING, ha fatto notare che le aspettative di nuovi tagli entro il 2020 – come risulta dal dot-plot (si prevedono ora tassi al 2,1% entro fine 2020, rispetto al precedente 2,6% atteso), rendono l’oro “piuttosto attraente”.

Simile l’opinione di Han Tan, analista dei mercati presso la società di brokeraggio sul forex FXTM, che ha attribuito il rally dell’oro sia al calo del dollaro che al comunicato dovish della Fed.

“La debolezza del dollaro che ha seguito l’atteggiamento dovish della Fed ha alimentato il balzo dei prezzi dell’oro, considerato anche l’outlook più fosco sull’economia globale. Con le banche centrali principali come la Fed e la Bce che hanno citato entrambe maggiori incertezze, questi toni dovish stanno facendo scalpitare i tori sul mercato dell’oro”.

Riguardo ai tassi sui Treasuries, quelli a trent’anni sono scesi attorno al 2,4980% e quelli a due anni sono scivolati di 10 punti base fino all’1,76%, valore più basso dal 2017. Quelli a dieci anni sono capitolati inoltre al di sotto della soglia psicologica del 2%, per la prima volta dal novembre del 2016, fino all’1,9906%.

Forte calo del dollaro, con il Dollar Index che è sceso fino a -0,5% nelle contrattazioni overnight e che ora risulta poco mosso a 97,188. Euro-dollaro in rialzo di oltre mezzo punto percentuale a $1,1290; dollaro-yen -0,40% a JPY 107,67; la sterlina avanza sul dollaro dello 0,65% a $1,2721.