Carige: Fitd boccia offerta Apollo, banche studiano piano B per salvare l’istituto
Dossier Carige: all’indomani della riunione del Fondo interbancario di tutela dei depositi, il Sole 24 Ore scrive che l’offerta del fondo “senza nome” – così come l’aveva definita il presidente del Fondo, Salvatore Maccarone – non è stata al momento accettata. L’offerta sarà esaminata in un prossimo consiglio dell’Fitd che dovrebbe essere convocato a breve.
“Le banche hanno considerato non ricevibile la proposta, e quindi hanno preteso un miglioramento delle condizioni”, si legge nell’articolo del quotidiano di Confindustria, che sottolinea di nuovo che gli istituti starebbero valutando un piano B.
Il piano “prevede, come anticipato da Il Sole 24 Ore l’altroieri, che in prima battuta il bond da 320 milioni venga acquistato proprio dal Fondo obbligatorio, che potrebbe poi convertirlo (con un potenziale vantaggio per gli istituti dello Schema volontario, che con il riacquisto dell’emissione andrebbero a ripianare le perdite accusate sul bond stesso, ampiamente svalutato). A quel punto sempre il Fondo obbligatorio, che al momento può contare su circa 1,5 miliardi di versamenti degli istituti, potrebbe iniettare altre risorse fresche (..) Il pressing di via Nazionale è evidente. L’obiettivo è quello di coinvolgere appunto il Fondo obbligatorio nella ricapitalizzazione della banca“.
Interpellato dai giornalisti, Maccarone aveva affermato, senza citare il fondo Apollo, che l’offerta senza nome non era valutabile. “Non abbiamo un nome – aveva detto – E il fatto che non ci sia un nome significa che è ancora un proposito. Oggi (ieri per chi legge) ne riferisco perchè è opportuno farlo. La illustro, punto e basta. Non è ancora valutabile”.
Ma in cosa consiste la bozza dell’offerta del fondo Apollo? Il Sole 24 Ore scrive che la proposta “prevede un aumento di capitale in due fasi da circa 500 milioni di euro rispetto ai 720 milioni previsti nel piano (poi fallito) di BlackRock. Il primo sforzo è richiesto alle banche, tramite la conversione del bond da 313 milioni sottoscritto a fine 2018; se nell’arco di qualche mese la situazione avrà dato concreti segnali di miglioramento, allora interverrà il fondo, disponibile a rilevare la banca a un prezzo simbolico e a iniettare altri 100-150 milioni”.
Tuttavia è proprio quest’ultima opzione che non piace alle banche: in questo caso il Fondo acquisirebbe infatti la maggioranza di Carige: una situazione che lo statuto non consente di realizzare. Sarebbe diverso se nel salvataggio di Carige venisse coinvolto il Fondo obbligatorio.
Così ieri Maccarone sull’ipotesi di trasferire la titolarità del bond sottoscritto dallo Schema volontario al Fondo obbligatorio. Si tratta di “un’idea che nasce dal fatto che dopo la sentenza del Tribunale europeo i vincoli che aveva lo schema obbligatorio non ci sono più. E quindi siccome lo Schema volontario era stato costituito per superare quei limiti, logicamente bisognerebbe ricondurre tutto alla parte obbligatoria”. Si tratta di una prospettiva – ha continuato il numero uno dell’Fitd – che “dipende dal tipo di operazione perchè se ci fosse solo la conversione, e quello fosse l’unico elemento dell’operazione, il bond potrebbe rimanere dove sta. Se invece l’operazione fosse più complessa potrebbe essere opportuno” il trasferimento al Fondo obbligatorio.