Piazza Affari chiude la settimana in territorio positivo: bene Telecom Italia, giù Atlantia
Chiusura di settimana con il segno più per Piazza Affari con l’indice Ftse Mib che segna +0,13% a quota 21.388,63 punti.
Sul listino milanese si segnalano Telecom Italia (+3,45%) che ha reso noto di aver sottoscritto con Cdp ed Enel un Accordo di Confidenzialità volto ad avviare un confronto finalizzato a valutare possibili forme di integrazione delle reti in fibra ottica di Tim e Open Fiber, anche attraverso operazioni societarie. L’obiettivo del confronto, precisa la nota, è di verificare la fattibilità dell’operazione, le relative modalità e il perimetro di attività oggetto di un possibile accordo, in funzione della volontà delle parti e del quadro normativo e regolatorio di riferimento.
Protagonista della seduta odierna anche il titolo Atlantia che chiude in rosso a -4,31%. A pesare è il nuovo sistema delle tariffe autostradali messo a punto ieri dall’Autorità di regolazione dei Trasporti per il 2020. Le nuove regole puntano ad alleggerire i pedaggi autostradali e a garantire maggiore trasparenza ed efficienza dei costi, attraverso un meccanismo di “price-cap” (prezzo limite) per le efficienze e un sistema di premialità/penalità. I gestori, riuniti nell’associazione Aiscat si preparano a fare ricorso al Tar, sostenendo che la proposta è una modifica unilaterale, arbitraria e inaccettabile della concessione esistente. In rosso anche Sias (-2,21%) e Astm (-2,18%).
Chiude a -1,39% Leonardo che sconta la sentenza della corte d’appello di Londra che ha deciso che il Regno Unito deve valutare se il governo saudita abbia violato la legge internazionale sui diritti umani nella sua campagna militare nello Yemen prima che vengano approvati ulteriori vendite di armi al regno del Golfo. Secondo gli analisti di Equita, che conferma il giudizio buy con prezzo obiettivo di 12,5 euro, questa decisione non sospende i contratti in corso, ma potrebbe avere ripercussioni su quelli futuri. Bene infine il settore energetico sulla scorta del petrolio che a New York arriva ad essere scambiato a 57,44 dollari al barile, con Tenaris ed Eni che chiudono rispettivamente a +1,06% e +1,73%.