Voglia di Corporate bond a Piazza Affari, è il ‘fattore Bce’ a rianimarle
Le emissioni obbligazionarie tornano in primo piano in Italia, con i collocamenti di alcune big di Piazza Affari come Unicredit sotto la lente. Il mercato riparte dopo le indicazioni accomodanti che si sono intensificate nelle ultime settimane da parte delle banche centrali, Fed e Bce in testa. Per le emissioni obbligazionarie dell’area euro, una mano tesa è arrivata dal presidente della Bce, Mario Draghi, che durante il forum di Sintra ha sfoderato tutta la sua natura ‘WhateverItTakes’, promettendo nuove misure in caso di bisogno, sia sotto forma di tagli ai tassi che di espansione del Quantitative easing. Un mercato che trova sponda anche nell’allentamento delle tensioni sul fronte spread. Uno scenario più favorevole, con società pronte a raccogliere denaro a basso prezzo.
Per Unicredit un Senior Non Preferred Callable
Ordini pari a 2,2 miliardi per il Bond Senior da 750 milioni di euro lanciato ieri da Unicredit e destinato a investitori istituzionali. Si tratta del primo bond Senior Non-Preferred (strumenti di debito chirografario di secondo livello) callable con scadenza a 6 anni, richiamabile dopo 5 anni. Questa transazione completa la componente subordinata del piano di funding di UniCredit ai fini TLAC per il 2019. Gli ordini sono arrivati da oltre 160 investitori istituzionali. Il rendimento indicato inizialmente in area Mid Swap +215 bps è stato ridotto in un primo momento in area 200 bps, con un livello finale fissato a 190 bps. “La riduzione di 25 punti base rispetto alla guidance iniziale conferma ancora una volta l’apprezzamento per tutti gli strumenti TLAC / MREL di UniCredit da parte degli investitori fixed income”, rimarca una nota.
Il titolo paga una cedola fissa dell’1,625% durante i primi 5 anni e ha un prezzo di emissione del 99,719%, equivalente a uno spread di 190 bps rispetto al tasso swap a 5 anni. L’obbligazione prevede la possibilità di una sola call opzionale da parte dell’emittente al quinto anno, al fine di massimizzare l’efficienza dal punto di vista regolamentare. Dopo 5 anni, se l’obbligazione non verrà richiamata, le cedole per i periodi successivi fino alla scadenza verranno fissate sulla base dell’Euribor a 3 mesi più lo spread iniziale di 190 punti base.
“Il bond paga circa quindi 45 bps in più rispetto all’emissione senior unsecured emessa la scorsa settimana da Unicredit (cedola 1,2%, equivalente a uno spread di 155 bps rispetto al tasso swap a 5 anni) – sottolinano da Equita -. Con questa emissione Unicredit ha completato la componente subordinata del proprio funding plan per il 2019 (6,5 miliardi di emissioni su un totale di 9 bn previsti nell’anno)”.
Cnh punta su una emissione in euro
E sempre ieri Cnh Industrial ha lanciato un’emissione obbligazionaria benchmark denominata in euro di ammontare pari a 500 milioni di euro. Il bond ha scadenza al 3 luglio 2029 e cedola fissa dell’1,625%. L’emissione obbligazionaria sarà effettuata da Cnh Industrial Finance Europe, società interamente controllata dal gruppo, nell’ambito del programma di Euro Medium Term Note. I proventi netti dell’emissione obbligazionaria saranno utilizzati per le generali esigenze aziendali. È stata finalizzata l`emissione di un nuovo bond decennale riducendo il costo medio del debito e allungando la duration”, commentano gli esperti di Equita che confermano la raccomandazione buy su Cnh, con target price di 13,6 euro.
Il green bond targato Hera
Si fa largo anche Hera che ha lanciato il suo secondo green bond. La nuova emissione verde ammonta a 500 milioni di euro, rimborsabili in 8 anni a una cedola dello 0,875% e un rendimento pari a 1,084%. La data di regolamento della nuova emissione è prevista per il 5 luglio 2019. È previsto che l’obbligazione venga quotata sul mercato regolato dell’Irish Stock Exchange e del Luxembourg Stock Exchange, e sul mercato ExtraMOT PRO della Borsa Italiana.
I fondi raccolti, si legge in una nota della società, saranno usati per finanziare o rifinanziare numerosi progetti, già effettuati o previsti nel piano industriale al 2022, che perseguono uno o più degli obiettivi dell’Agenda Onu 2030, articolati in 3 ambiti: efficienza energetica, economia circolare e gestione sostenibile dei rifiuti e infine infrastrutture idriche.