Ipo tra le più attese e mai nata. Saudi Aramco: l’Arabia torna a studiare il dossier?
Aveva destato entusiasmo nel mondo del trading, rivelandosi come nuova potenziale ghiotta scommessa per i trader. Se n’è parlato per mesi interi. Fino a quando i toni enfatici si sono fatti sempre più flebili, fino a scomparire del tutto dalla scena. Un debole accenno all’Ipo mai nata l’aveva fatto, agli inizi di luglio del 2018, un articolo del Wall Street Journal che, citando alcune fonti, aveva fatto capire come lo sbarco di Saudi Aramco fosse diventato ormai un miraggio.
“Tutti sono quasi certi che (l’Ipo) non ci sarà”, aveva riportato al Wall Street Journal un dirigente senior di Aramco, optando per l’anonimato. Lo stesso ministro petrolifero dell’Arabia Saudita aveva detto, inoltre, un po’ di tempo prima, che sarebbe stato “bello” se l’evento si fosse verificato nel 2019.
Il 2018 è passato, e ora siamo nel bel mezzo del 2019.
Dell’Ipo del principale produttore di petrolio al mondo – che, come fece notare una volta lo stesso principe saudita “rappresenta più della metà del nostro Pil” -non c’è stata fino a oggi alcuna traccia. Fino a oggi per l’appunto, visto che Bloomberg ha riportato alcune indiscrezioni secondo cui l’Arabia Saudita si starebbe mettendo finalmente in moto per realizzare “la potenziale offerta (di azioni) del gigante petrolifero Aramco, dopo aver messo in pausa il progetto per mesi”.
Nessuna dichiarazione ufficiale: si tratta di qualcosa che è stato riportato da fonti vicine al dossier. Detto questo, secondo le fonti la holding, che sarebbe anche il colosso più redditizio del mondo, ha avviato di recente alcune trattative con un gruppo di banche di investimenti, per esplorare le opzioni che potrebbe sfruttare per realizzare il suo sbarco in Borsa.
Secondo le fonti, è possibile che un potenziale processo volto al debutto del gruppo in Borsa si velocizzi verso la fine di quest’anno, o all’inizio dell’anno prossimo.
Gli ostacoli non mancano. Tra questi, non manca sicuramente l’ostacolo che l’Arabia Saudita non è riuscita a superare già lo scorso anno, ovvero quello relativo alla valutazione di Aramco: Ryhad punterebbe infatti a una valutazione di $2 trilioni. Ma l’appetibilità dell’Ipo potrebbe essere inficiata, di nuovo, dai prezzi del petrolio più bassi, come anche dalla crescente preoccupazione, tra gli investitori istituzionali, sul rischio di iniettare cash in un gigante che punta ancora sui combustibili fossili.
A tal proposito, c’è da dire comunque che Aramco ha siglato proprio qualche mese fa un accordo con il gruppo americano Sempra Energy per espandersi nel mercato del gas naturale liquefatto, dimostrando che, tra i suoi obiettivi, c’è anche quello di diversificare i propri asset.