Confindustria- SRM: motori al minimo per l’economia meridionale
Il Sud nei primi mesi del 2019 vede affievolire la sua capacità di spinta, e i segnali di frenata, già ampiamente visibili a fine 2018, rischiano di diventare veri e propri arretramenti. Così la tradizionale analisi di condotta da Confindustria e SRM-Studi e Ricerche per il Mezzogiorno (Centro studi del Gruppo Intesa Sanpaolo).
Ha smesso di crescere il numero delle imprese, dice il report. “Dopo molti trimestri di aumento, infatti, nei primi mesi del 2019 le imprese attive sono meno di 1milione settecentomila esattamente come un anno fa). All’interno di questo insieme, aumentano le imprese di capitali, che sono al Sud ormai quasi 330mila, con una crescita del 5,8% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Ma di queste, solo 25mila hanno più di 9 dipendenti. L’export meridionale, continua il report, mostra segnali di miglioramento assieme ad altri di frenata che prevalgono nel breve periodo. Se il 2018, infatti, si è chiuso con un valore
positivo delle esportazioni (+5,5%, per un valore complessivo delle merci esportate di circa
50 miliardi di euro), nei primi tre mesi del 2019 si registra un inatteso stop: a penalizzare le
regioni meridionali è soprattutto la flessione dell’export di coke e prodotti raffinati, in diminuzione del 21% rispetto al primo trimestre 2018, solo parzialmente compensata dall’andamento dell’export di mezzi di trasporto (+4,5%), prodotti alimentari (+5,1%) e
soprattutto dalla farmaceutica, che mette a segno un lusinghiero +18%. Cresce nel 2018 anche l’export turistico, ovvero arrivi (+14,9%) e spesa (+8,8%) dei turisti stranieri.