NPE: a fine 2018 calano volumi e sofferenze ma il futuro è in mano alle Challenger Banks
Grazie alle numerose operazioni di cessione, le sofferenze si sono più che dimezzate passando da 200 di fine 2015 a 97miliardi di euro di fine 2018. Anche i volumi lordi di NPE sono scesi significativamente nel medesimo arco temporale, passando da un picco di 341miliardi di euro ai 180 miliardi. Questi alcuni dei dati che emergono dall’edizione 2019 del report PwC “Assembling the Puzzle” sui Non-Performing Loans (NPL).
Sofferenze e NPE in calo: il report PwC
Più di 190 miliardi di NPE lordi sono stati oggetto di operazioni di cessione dal 2015 al 2018 (di cui €84mld solo nel 2018) e circa 63 miliardi queste sono state perfezionate tramite cartolarizzazione con GACS che, a seguito del rinnovo avvenuto a marzo 2019, continuerà ad essere un fattore chiave per il mercato a venire. Il report inoltre evidenzia come i business plan delle principali banche italiane prevedono, in media, una ulteriore riduzione del NPE ratio lordo di circa 1,6 punti percentuali entro 2-3 anni a partire dal 2018. Ma tale percentuale è destinata a salire in caso di “jumbo deals”, vale a dire grandi operazioni volte a dare soluzioni sistematiche al problema dello stock di NPE presente nei bilanci bancari.
I problemi che restano e il ruolo delle challenger banks
Il report di PwC evidenzia come i crescenti sforzi compiuti delle banche italiane nel deleverage di NPE hanno certamente portato ad un miglioramento dell’asset quality a livello di sistema ma il tema delle esposizioni deteriorate rimane di primaria importanza. Un dato su tutti: 88 miliardi di euro di NPE netti che residuavano nei bilanci bancari a fine 2018. “A seguito dell’accelerazione del processo di deleverage” commenta Pier Paolo Masenza, Financial Services Leader di PwC, “la pressione del mercato e dei supervisori rimane alta. In particolare, è cresciuta l’attenzione alle esposizioni UtP ed è attesa in aumento la quota di transazioni effettuate sul secondario: per questo 2019 ci aspettiamo, complessivamente, un mercato da circa €50mld lordi. In questo contesto di mercato e regolamentare, banche tradizionali, challenger banks e servicer saranno necessariamente spinti a rivedere le proprie strategie e modelli di business, contribuendo così a comporre definitivamente il ‘puzzle’ NPL”.
Il report di PwC inoltre sottolinea il ruolo chiave che le challenger banks potrebbero ricoprire, in futuro, nel panorama NPL, soprattutto per quanto concerne il comparto UtP. Esso richiede forti competenze specialistiche ed un approccio flessibile alle soluzioni di ristrutturazione e di eventuale rifinanziamento di imprese in crisi. La previsione, conclude il report, è che questa evoluzione del settore bancario subirà un’importante accelerata, poiché le banche tradizionali si stanno sempre più defocalizzando dalla gestione degli NPE e molte challenger banks si trovano ancora in fase di start-up.