Crisi Ucraina e caro-bolletta. Dipendenza Italia da gas Russia, Cingolani: riunito comitato emergenza
Con la crisi in Ucraina che è precipitata negli ultimi giorni “la situazione è di monitoraggio costante in coordinamento con le istituzioni europee”, mentre “a livello nazionale si è già riunito diverse volte il comitato di emergenza gas”. E’ quanto ha detto Roberto Cingolani, ministro della Transizione ecologica, nell’informativa alla Camera dedicata all’aumento dei costi dell’energia sulla scia delle tensioni tra la Russia e l’Occidente e alle misure necessarie per evitare nuove batoste per le famiglie e le imprese italiane, alle prese già con il problema del caro-bolletta prima che tornassero a soffiare di nuovo i venti di guerra.
“In coordinamento con le strutture dell’Ue – ha precisato il ministro Cingolani – analizziamo la situazione e i possibili scenari per gestire evoluzioni negative sui volumi e sui prezzi delle importazioni di gas naturale dalla Russia, che oggi esporta circa il 45% in Italia”.
Del resto la situazione dei prezzi dell’energia è stata “aggravata dalla rapida evoluzione geopolitica e questo ha accelerato la necessità di ulteriori interventi strutturali”.
Cingolani ha detto di ritenere che il prezzo del gas rimarrà “abbastanza alto”.
“Ricordiamo che oggi l’Italia importa intorno al 45% dei volumi gas dalla Russia”, ha rimarcato.
“Il Comitato di Emergenza Gas – ha aggiunto il ministro – si sta riunendo regolarmente per monitorare e analizzare dati operativi e scenari. Le possibili misure del Piano di Emergenza includono: misure di flessibilità sui consumi di gas (interrompibilità nel settore industriale) e sui consumi di gas del settore termoelettrico (dove pure esistono misure di riduzione del carico in modo controllato); misure di contenimento dei consumi negli altri settori. Aumento del Gnl (Gas Naturale Liquefatto) importato da altre rotte (Gnl americano), tenendo conto però nell’immediato dei reali spazi che possono essere resi disponibili dai rigassificatori in esercizio; misure per il completo utilizzo della capacità di trasporto contrattualizzata e la massimizzazione di flussi da gasdotti non a pieno carico (Tap da Azerbaijan, TransMed da Algeria e Tunisia, GreenStream da Libia) compatibilmente alle quantità di prodotto disponibile”.
Sul trend dei prezzi del gas, “è difficile fare una previsione in questo momento, ma difficilmente potrà tornare ai valori di un anno fa”.