Cina svaluta la moneta in risposta a Trump, yuan sui minimi a 11 anni contro dollaro
Aumentano le pressioni sul commercio globale. La Cina, non solo ha deciso di bloccare le importazioni di prodotti agricoli statunitensi, ma ha anche permesso la svalutazione dello yuan contro il dollaro, in risposta al tweet di Donald Trump in cui ha annunciato nuovi su 300 miliardi di dollari di beni cinesi a partire da settembre. La valuta è scesa sotto la soglia dei 7 renmimbi per dollaro, sui minimi da 11 anni. Le autorità cinesi hanno così consentito alla valuta di scivolare al livello più basso dalla crisi finanziaria globale.
Mantenere l’ancoraggio della divisa era visto come una prerogativa chiave per un qualsiasi successo nei negoziati commerciali tra le due super potenze economiche. “Tutto ciò ha molteplici implicazioni – sottolinea Nick Wall, co-gestore del fondo Merian Strategic Absolute Return Bond, Merian Global Investors – La più ovvia è che rende un accordo commerciale improbabile nel breve termine”.
Ma non solo. La mossa di Pechino farà rafforzare il dollaro, con il rischio di una maggiore volatilità valutaria, secondo l’esperto. Ciò mette ancora più pressione alla Federal Reserve perché allenti la politica monetaria, in modo da facilitare la discesa del dollaro. Ora infatti il mercato prezza tagli dei tassi da parte della Fed per 60 punti base entro fine anno.