Sui mercati tiene banco il ‘botta e risposta’ Usa-Cina: i possibili scenari di agosto
Pubblichiamo un estratto di Eventi&Commenti – “Cina/USA botta e risposta: possibile scenario d’agosto”, a cura di Antonio Cesarano, Chief Global Strategist di Intermonte SIM
Sui mercati il mese di agosto è iniziato all’insegna dell’escalation delle tensioni commerciali tra Stati Uniti e Cina. Sin dai primi giorni del mese (durante il quale i volumi sono più sottili) si è assistito a un botta e risposta tra le due economie mondiali, destinato a continuare nelle prossime settimane. A fare il punto e tracciare i possibili scenari è Antonio Cesarano, chief global strategist di Intermonte Sim. Dopo la minaccia di ulteriori dazi di Trump a partire da primo di settembre, non si è fatta attendere la risposta cinese tramite il deprezzamento dello yuan (accompagnata da numerose dichiarazioni che la Cina non intende utilizzare il cambio a fini commerciali), e con Trump che accusa Pechino dichiarandola ufficialmente “manipolatrice del cambio”.
“Da perfetto manuale dell’arte della guerra, la Cina paradossalmente risponde oggi mostrandosi disponibile a contenere il deprezzamento dello yuan, con un fixing stabilito dalla banca centrale ben sotto le attese di mercato e, allo stesso tempo, la conferma che il 14 agosto la banca centrale procederà alla vendita di 30Mld yuan di bills ad Hong Kong, una mossa che drena yuan dal mercato rendendo più costose le operazione di vendita allo scoperto di yuan”, commenta Cesarano, secondo il quale il recente ‘botta e risposta Cina/Usa’ ricorda molto da vicino quanto accaduto l’11 agosto 2015, quando la banca centrale cinese svalutò del 5% e anche in quel caso accompagnò la mossa dichiarando che non era sua intenzione utilizzare il cambio per finalità commerciali. Quattro anni fa, la Cina reagì in due mosse: la prima l’11 agosto 2015 quando svalutò nel giro di 3 giorni. Accompagnò anche il quel caso la mossa con dichiarazioni di non belligeranza. La seconda mossa fu dopo alcuni giorni arrivò un secondo colpo ossia un’ulteriore svalutazione dell’1%. Poi la situazione si calmò.
Secondo Antonio Cesarano per qualche giorno il clima sui mercati potrebbe essere più disteso, con un possibile recupero dei listini Usa a partire da oggi. Consiglia però di fare “attenzione alla settimana di Ferragosto, quando lo yuan potrebbe esser portato rispetto al dollaro fino a 7,20/7,25, ossia circa il 4/5% di svalutazione, pari cioè alla metà dei dazi minacciati da Trump”. “Il possibile ulteriore calo servirebbe però come ulteriore stimolo per aumentare l’attesa che Powell si converta verso l’ipotesi di lungo ciclo di tagli, premessa indispensabile per ottenere quello che gli operatori sotto traccia stanno puntando ossia la ripresa del QE della Fed, semmai il prossimo anno ma con apertura verso questa ipotesi già a fine anno”, aggiunge Cesarano.
A livello operativo, l’esperto di Intermonte Sim sottolinea che inoltre il forte flight to quality ha interessato soprattutto i Treasury e in misura molto meno marcata i bund tedeschi. “La possibilità che la Cina possa vendere Treasury per avere dollari per controllare il deprezzamento dello yuan, oltre che l’attesa che le tensioni si completino, per ora, intorno alla metà di agosto per le azioni prima citate, porta a ipotizzare un temporaneo rialzo dei Treasury 10y verso 2/2,20% nella seconda parte di agosto”, spiega. Da tenere sotto osservazione le aste di Treasury, a partire oggi da quella sul comparto a 3 anni, e poi a seguire domani il delicato comparto a 10 anni.
Sul fronte Btp, il decennale sta consolidando l’area 1,5%, senza seguire gli strappi al ribasso del tasso Bund con conseguente allargamento dello spread in alcuni momenti fino ad area 210 punti. Venerdì c’è il giudizio di Fitch sul rating italiano: una decisione che potrebbe essere rinviata a dopo la legge di bilancio. “Lo scenario è che le pressioni al rialzo sul tasso Btp 10 decennale potrebbero arrivare soprattutto nella seconda parte di agosto, complici, da un lato, il rialzo dei tassi core e, dall’altro, la maggiore attenzione ai timori sull’iter della finanziaria da settembre in poi, in vista anche della ripresa del ciclo di aste a medio lungo termine (tra cui probabilmente il nuovo decennale 2030) il prossimo 29 agosto”.