Borsa Tokyo +1,95% grazie a rimonta Wall Street. Ma futures Usa in ribasso: occhio a sanzioni contro Russia
Borse asiatiche in rialzo, confortante dalla rimonta impressionante di Wall Street, che ha chiuso in territorio positivo, cancellando le pesanti perdite riportate nei minimi intraday. Lo S&P 500 ha chiuso in rialzo dell’1,5% a 4.288,70 dopo essere scivolato di oltre il 2,6% nelle ore precedenti. Il Dow Jones Industrial Average ha chiuso in crescita di 92,07 punti a 33.223,83, cancellando una perdita durante i minimi intraday di ben 859 punti. Il Nasdaq Composite è balzato del 3,3% a 13.473,59, dopo aver ceduto fino a -3,5%.
L’indice Nikkei 225 della borsa di Tokyo ha chiuso così in rialzo dell’1,95% a 26.476,50 punti. La borsa di Shanghai avanza dello 0,55%, mentre Hong Kong perde lo 0,61%.
Debole Sidney +0,10%, molto meglio Seoul con +1,06%.
I futures sugli indici Usa sono tuttavia negativi: quelli sul Dow Jones perdono lo 0,45%, quelli sullo S&P 500 arretrano dello 0,60%, quelli sul Nasdaq scivolano dello 0,80% circa.
La guerra tra Ucraina e Russia entra oggi, venerdì 25 febbraio, nel suo secondo giorno.
Nelle ultime ore il presidente ucraino Volodymyr Zelenski ha confermato le indiscrezioni sui missili russi lanciati su Kiev, in un discorso proferito alla nazione stamattina.
Zelensky ha detto che i missili hanno iniziato a colpire la capitale dell’Ucraina alle 4 ora locale, aggiungendo che le truppe russe sono state fermate dalle forze ucraine.
Stando a quanto riporta Reuters, il presidente ha sottolineato che i missili russi hanno obiettivi sia militari che civili.
Nelle ultime ore sempre Zelensky ha annunciato che finora, dall’annuncio dell’attacco all’Ucraina dal presidente russo Vladimir Putin, 137 persone hanno perso la vita e 316 sono rimaste ferite. In un messaggio video trasmesso nella serata di ieri Zelensky non ha mancato di puntare il dito contro la comunità internazionale:
L’Ucraina “è stata lasciata sola” a combattere la Russia, ha detto il presidente, chiedendo: “Chi è pronto a combattere con noi? Non vedo nessuno. Chi è pronto a dare all’Ucraina una garanzia di adesione alla Nato? Tutti hanno paura”.
Ieri l’Unione europea ha annunciato un secondo pacchetto di sanzioni contro la Russia di Vladimir Putin. Dal comunicato emerge che le misure punitive colpiranno il settore finanziario, il settore energetico e dei trasporti, e anche i visti di alcuni oligarchi russi.
La presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha commentato le sanzioni mettendo in evidenza anche il bando di alcune esportazioni, “che colpirà il settore petrolifero, rendendo impossibile per la Russia rinnovare le proprie raffinerie”.
Bruxelles ha anche deciso di vietare la vendita di aerei e attrezzature alle compagnie aeree russe. Inoltre, il 70% del settore bancario russo sarà colpito dalle sanzioni, così come anche alcune società russe controllate da Mosca.
Tuttavia sia l’Europa che gli Stati Uniti non hanno preso la decisione di lanciare l’arma nucleare finanziaria contro Putin, quella che avrebbe coinciso con l’estromissione delle banche russe dal sistema internazionale dei pagamenti SWIFT: una mancata mossa che sta sollevando diverse polemiche in tutto il mondo. Il sistema, con sede a Bruxelles, viene utilizzato da banche e istituzioni finanziarie per le transazioni internazionali.
In precedenza gli Stati Uniti avevano sospeso l’Iran dal sistema SWIFT a causa del suo programma nucleare.
Diversi funzionari europei hanno sottolineato che l’esclusione della Russia al sistema SWIFT potrebbe avere ripercussioni sull’intera economia globale.
Tra l’altro, la Russia ha anche chiarito che una sua eventuale estromissione dallo SWIFT corrisponderebbe a una dichiarazione di guerra.