Piazza Affari chiude in profondo rosso trascinata dalle banche
L’allarme sulla crescita globale spinge in profondo rosso Piazza Affari, insieme a tutti gli altri listini del Vecchio continente. Dopo un avvio in calo di circa mezzo punto percentuale, il Ftse Mib ha progressivamente accelerato al ribasso, complice l’intonazione negativa di Wall Street. A fine giornata l’indice ha segnato una flessione del 2,53% finendo a 20.020,28 punti e rimangiandosi il rimbalzo della vigilia.
A rabbuiare l’umore degli investitori sono stati i deboli riscontri macro che alimentano i timori recessivi a livello globale. In particolare, la produzione industriale cinese ha segnato il tasso di crescita più basso dal 2002, mentre la Germania ha visto il Pil scivolare in negativo con il concreto rischio di recessione tecnica se anche il trimestre in corso andrà sotto zero. Rallenta la crescita dell’intera Ue con Pil dell’area euro a +0,2% t/t. Un quadro che ha alimentato l’avversione al rischio e l’appetito per i beni rifugio, in primo luogo i titoli di Stato dei paesi core e sulle scadenze più lunghe. Le curve di rendimento si sono capovolte in Usa e UK, segnale che solitamente anticipa una recessione.
Tornando a Piazza Affari, a guidare i ribassi sono stati i titoli del settore bancario, con cali di quasi 5 punti percentuali per Bper (-4,92%) e FinecoBank (-4,89%). Sul fondo del listino è finita Tenaris con un tonfo del 5,2%. Tra gli altri titoli hanno arrancato, con una flessione di oltre 4 punti percentuali, Stm e Atlantia, su quest’ultima il vice premier Di Maio è tornato a sostenere l’avvio della revoca della concessione autostradale.
Si ricorda che domani la Borsa di Milano rimarrà chiusa per la festività di Ferragosto. Gli scambi riprenderanno regolarmente venerdì 16.