Borsa Tokyo +0,55%, Shanghai snobba mossa espansiva People’s Bank of China
L’indice Nikkei 225 della borsa di Tokyo ha chiuso la sessione in rialzo dello 0,55% a 20.677,22 punti, beneficiando del miglioramento del sentiment, nella sessione di ieri, nell’azionario europeo e a Wall Street. Sentiment che tuttavia oggi appare smorzato, se si considera anche l’andamento piatto dei futures Usa.
Shanghai sotto pressione, nonostante proprio oggi la People’s Bank of China, la Banca centrale cinese, abbia pubblicato i primi nuovi tassi sui prestiti che permetteranno alle aziende di pagare interessi minori sui crediti che ricevono dal sistema finanziario.
Il nuovo LPR (loan prime rate) a un anno, riporta il sito della Cnbc, è stato fissato al 4,25%, rispetto al precedente 4,31%, mentre quello a 5 anni è stato stabilito al 4,85%.
Tra gli altri indici delle borse asiatiche, Hong Kong piatta, Sidney +1,20%, Seoul +1,22%.
C’è da dire che le tensioni commerciali tra gli Stati Uniti di Donald Trump e la Cina di Xi Jinping sono tutto fuorché sopite.
L’amministrazione americana ha adottato la strategia del bastone e della carota: da un lato, nella giornata di ieri ha esteso di altri 90 giorni il permesso speciale accordato a Huawei per acquistare prodotti da società Usa specifiche.
Huawei rimane tuttavia nella black list delle aziende a cui è impedito di avere rapporti commerciali con la Corporate America. Non solo. La proroga del permesso speciale è stata accompagnata dall’inserimento, nella lista nera, di altre società affiliate a Huawei, in tutto 46.
Immediata la reazione del gigante cinese, che ha definito la mossa “ingiusta” e “dovuta a motivi politici”.
Focus, nell’area Asia-Pacifico, anche sulla pubblicazione delle minute relative all’ultima riunione della RBA (Reserve Bank of Australia, banca centrale australiana). Dai verbali è emersa la volontà dell’istituzione di tagliare ulteriormente i tassi di interesse, in caso di bisogno.