Carige convoca per 20 settembre assemblea straordinaria. Aumento capitale definito iper-diluitivo
Se sarà approvato, l’aumento di capitale da 700 milioni considerato necessario per il salvataggio di Carige – da considerare nell’ambito del piano di rafforzamento patrimoniale da 900 milioni di euro – si confermerà iper-diluitivo. Lo conferma un articolo de Il Sole 24 Ore, commentando la nota con cui la banca ligure ha fissato al prossimo 20 settembre la convocazione dell’assemblea straordinaria che dovrà deliberare la proposta di aumento di capitale.
L’operazione avverrà, ha precisato la banca in una nota, attraverso l’emissione di 700 miliardi di nuove azioni ordinarie al prezzo di 0,001 euro, a cui si aggiunge un’emissione di un bond subordinato da 200 milioni.
Viene da chiedersi se l’aumento di capitale risolverà i problemi della banca, che ha attraversato la strada della ricapitalizzazione diverse altre volte, tanto che il Messaggero ricorda che “in quattro anni i soci Carige hanno versato circa 2 miliardi in tre aumenti di capitale”.
Nello stesso articolo dedicato al dossier, il quotidiano romano fa notare che l’aumento di capitale da 700 milioni sarebbe così diluitivo che la famiglia Malacalza, da maggiore azionista con più del 27% del capitale, si ritroverebbe in mano appena il 2%, se dovesse decidere di non partecipare all’operazione:
“A un primo conteggio di massima, e considerando confermato il valore delle quattro tranche comunicato il 9 agosto (non riportato nell’avviso di convocazione), la famiglia Malacalza, oggi primo azionista della banca con una quota del 27,55%, dopo un investimento nell’ordine dei 420 milioni di euro, vedrà la propria partecipazione diluirsi fino a un minimo del 2% se non parteciperà. Sottoscrivendo il 27,5% degli 85 milioni di euro della tranche riservata ai soci attuali (investendo ulteriori 23,3 milioni di euro), i Malacalza vedranno invece la partecipazione diluirsi fino a quasi il 5,1%. La partecipazione potrà poi risalire fino a poco meno del 5,9%, quando grazie ai warrant gratuiti previsti in ragione di uno ogni quattro titoli sottoscritti, potranno acquistare ulteriori azioni a sconto, con ulteriore esborso”.
Nella nota Carige ha scritto anche anche che lo Schema Volontario del Fitd (Fondo interbancario di tutela dei depositi) sta mettendo a punto «criteri e meccanismi» per riconoscere, a conclusione dell’operazione di ricapitalizzazione dell’istituto, azioni gratuite per un controvalore pari a 10 milioni di euro a favore di azionisti attuali a fronte di partecipazioni azionarie inferiori a una certa soglia”.
Della maxi diluizione dell’operazione parla anche il Sole 24 Ore, facendo riferimento anch’esso all’impatto sulla quota che rimarrebbe in mano ai Malacalza:
“La famiglia imprenditoriale, che ha investito oltre 400 milioni in Carige, è destinata peraltro a una diluizione che ridurrà l’attuale quota al 6% circa (in caso di piena adesione al nuovo aumento) o addirittura al 2%, in caso di mancata sottoscrizione”.
Il Sole riporta anche che “l’aumento del capitale sociale da 700 milioni è suddiviso in quattro tranche così ripartite: 313,2 milioni allo Schema volontario, a fronte della conversione delle obbligazioni subordinate sottoscritte a novembre 2018; 63 milioni a Cassa Centrale Banca; 85 milioni come detto agli attuali azionisti di Carige, che saranno suddivisi in proporzione alla percentuale di capitale detenuta; 238,8 milioni al Fondo interbancario. Quest’ultimo soggetto garantirà la sottoscrizione dell’eventuale parte di tranche riservata agli attuali azionisti in caso di mancata sottoscrizione, integrale o parziale, da parte di questi”.