Eurozona: manifattura ancora in affanno ma migliora. Sembra scampata flessione Pil nel terzo trimestre
L’indebolimento dell’economia dell’Eurozona si protrae ad agosto, anche se l’attività manifatturiera ha evidenziato un miglioramento inaspettato e il terziario è cresciuto più del previsto.
Dalla stima preliminare, l’indice Pmi composito dell’Eurozona è salito ad agosto a 51,8 punti, segnando un aumento rispetto al valore minimo in tre mesi di luglio di 51,5, ma è rimasto tra i più deboli in sei anni. Sebbene sia leggermente diminuito rispetto a luglio, il divario tra il settore manifatturiero e terziario è rimasto cospicuo. L’attività dei servizi ha continuato a crescere a ritmo sostenuto, con incrementi registrati in Germania, Francia e nel resto della zona euro. Mentre l’attività manifatturiera è rimasta in una fase di contrazioen nonostante un miglioramento inaspettato. Nel dettaglio, l’indice Pmi servizi si è rafforzato a 53,4 punti dai 53,2 punti precedenti e contro i 53 stimati dal mercato, mentre il Pmi manifatturiero è salito a 47 punti dai 46,5 di luglio, facendo meglio delle stime (si attendeva un calo a 46,3 punti) ma mantenendosi ancora sotto la soglia dei 50 punti e quindi in una fase di contrazione.
La mancanza di un veloce recupero dal recente rallentamento economico ha inciso sulla fiducia delle
aziende, il cui sentiment ha segnato il valore più basso in più di sei anni. Sembra che le aziende si stiano preparando a un lungo periodo di debolezza, mostrando di conseguenza molta reticenza ad
assumere.
“Le dinamiche dell’economia dell’Eurozona del mese di agosto sono variate di poco, con una forte crescita dei servizi che ha continuato a mantenere a galla l’economia nonostante lo scivolamento del manifatturiero”, ha commentato Andrew Harker, associate director presso l’istituto IHS Markit che ha redatto la statistica. Alla luce di queste rilevazioni, il Pil dell’Eurozona dovrebbe crescere dello 0,1-0,2% nel corso di questo terzo trimestre.
“Il piccolo aumento del Pmi di agosto è una piccola vittoria”, commentano da ING. Se da una parte infatti il quadro rimane più o meno invariato, con una crescita lenta a causa di un settore manifatturiero debole, dall’altra suggerisce che è improbabile che l’economia dell’Eurozona scivoli in negativo nel terzo trimestre.