Atlantia: la Gronda di Genova terreno di scontro tra PD e M5S, dura replica di Aspi ad analisi Mit
Atlantia tra i migliori del Ftse Mib nella seduta di oggi con il titolo che segna un rialzo dello 0,8% a 23,34 euro, dopo aver toccato in apertura un massimo intraday a 23,47 euro. La holding della famiglia Benetton continua ad essere al centro del dibattito con il governo e questa volta è il turno della Gronda di Ponente di Genova e interconnessione A7-A10-A12, un’opera da oltre 4 miliardi di euro. Due giorni il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (Mit) di Danilo Toninelli ha pubblicato l’analisi costi benefici relativa al progetto, concludendo che “La risultanza delle valutazioni condotte suggerisce di cogliere l’opportunità di perseguire opzioni infrastrutturali più efficienti in termini trasportistici, ambientali e finanziari, che possano, a partire dallo studio effettuato, essere approfondite e individuate attraverso un confronto con i livelli istituzionali territoriali”.
Il no dell’analisi costi benefici non poteva certo passare inosservata in questo momento dove c’è in gioco la partita politica fra M5S e PD, in trattativa per formare il nuovo governo. Oggi un articolo de Il Sole 24 Ore riporta le affermazioni di Roberto Morassut, responsabile per le infrastrutture della segreteria del Partito Democratico, che sottolinea come “Il PD vuole un Paese che cresca e in cui le opere necessarie alla crescita si facciano. In un rapporto condiviso con i territori, attraverso un dibattito pubblico ma con delle decisioni finali. La Gronda è una di queste opere e secondo noi va fatta. La posizione dell’ex ministro Toninelli, oltre che inutile, è un segnale che non favorisce il dialogo per quel governo di svolta e di riforme che noi chiediamo. Ci domandiamo se queste affermazioni sono isolate ed estemporanee esternazioni dell’ex Ministro o la linea del Movimento”.
Secondo gli analisti di Equita, “Le affermazioni di Morassut a favore del Passante di Genova sono positive, confermando un approccio costruttivo sulle concessioni autostradali. Se si arriverà ad un accordo M5S-PD per creare il nuovo governo, sarà importante verificare quale sarà l’accordo sulle concessioni autostradali e a chi sarà affidato il ministero delle Infrastrutture”.
Le valutazioni del Mit
Il Progetto della Gronda di Genova, si legge nell’analisi del Mit, si pone l’obiettivo di alleggerire il tratto di A10 più interconnesso con la città di Genova trasferendo il traffico passante su una nuova infrastruttura che si affiancherebbe all’esistente, costituendone di fatto un potenziamento “fuori sede”.
L’attuale progetto, ricorda il Ministero, prevede un costo complessivo di 4,7 miliardi per 120 mesi di realizzazione. I costi già sostenuti da parte da Autostrade per l’Italia (Aspi), controllata di Atlantia, per quest’opera e funzionali alla sua realizzazione, si legge nell’analisi, ammontano a circa 1,030 miliardi di euro (oltre alle richieste di danni di terzi e della stessa Aspi). Nel dettaglio, 155 milioni sono legati alla progettazione e restanti oneri, 365 milioni a costi finanziari per le riserve di liquidità, 50 milioni a mark-to-market degli strumenti derivati e 460 milioni alla struttura del capitale inefficiente. A questi costi vanno aggiunte le eventuali pretese risarcitorie di terzi, o in via di rivalsa dalla stessa Aspi, a fronte dell’eventuale recesso.
L’analisi valuta due scenari in cui confronta il progetto della Gronda con altre alternative progettuali. In un primo scenario emergono benefici attesi crescenti proporzionalmente agli investimenti richiesti. Fa eccezione l’opzione della Gronda autostradale la cui redditività è significativamente inferiore a quella delle altre alternative, dato che investe in opere molto costose ma relativamente meno capaci di generare benefici rispetto a quelle concepite come potenziamento della rete urbana. Simile anche l’altro scenario.
La dura replica di Aspi
Aspi con una nota tiene a precisare che “L’analisi costi-benefici della Gronda pubblicata sul sito del Mit è caratterizzata da errori macroscopici, soluzioni tecniche irrealizzabili, valutazioni dei dati del tutto arbitrarie (il costo finale dell’opera è di 4,3 miliardi di euro, invece dei 4,7 erroneamente riportati dallo studio Mit). Nonostante tale uso assolutamente non corretto dei parametri, su cui Autostrade per l’Italia si riserva azioni legali a propria tutela, l’esito dell’analisi costi-benefici è positivo, confermando la netta prevalenza dei benefici sui costi dell’opera”.
E ancora: “Qualora fosse tenuta in considerazione, questa analisi costi-benefici avrebbe come unico effetto quello di ritardare ulteriormente la realizzazione dell’opera, fortemente voluta dalla comunità genovese, dalle istituzioni locali e dall’intero mondo produttivo”. Secondo Aspi “qualunque tipo di modifica del progetto farebbe ripartire da zero l’iter progettuale e autorizzativo della Gronda, causando un ritardo di 6-10 anni nella realizzazione dell’opera, determinando il rischio di affossarla definitivamente”.