Confindustria, Csc: ‘rischio Hard Brexit peggiora, Usa crescono meno’
Peggiora il rischio hard-Brexit. Così si legge nel report stilato dal Centrostudi di Confindustria “Congiuntura Flash”, relativo al mese di settembre, intitolato: “Italia bloccata: soffre l’industria, rischiano export e investimenti, meglio solo servizi e consumi”.
Nel far riferimento al rischio Hard Brexit, il report fa notare che la “sterlina e la fiducia degli operatori nel Regno Unito restano ai minimi, per l’aumentato rischio di ‘no deal’, in seguito alla scelta del primo ministro Boris Johnson di sospendere le attività del Parlamento fino al 14 ottobre. Il 31 scade il tempo per trovare un accordo con la UE”.
Altro fattore di rischio è la minore “crescita USA”. Di fatto, “si conferma la frenata USA (+2,0% annualizzato il PIL nel 2° trimestre) e restano segnali preoccupanti per le prospettive, come la curva dei tassi invertita. La produzione industriale a luglio ha registrato un calo. E nel manifatturiero l’indice PMI segnala contrazione (49,9): non succedeva dal 2009. Dopo il taglio dei tassi a fine luglio, la FED è attesa a un nuovo ribasso a metà settembre”.
Occhio anche al fattore “emergenti senza slancio”. Così il Centrostudi:
“La manifattura cinese è in lieve recupero nel 3° trimestre; migliora la fiducia degli imprenditori, grazie alle agevolazioni fiscali del governo. Quasi ferma anche l’industria brasiliana, dove si è verificata la prima lieve contrazione nell’attività dal giugno 2018. In Russia si contrae sia la produzione che i nuovi ordini. La manifattura in India è l’unica che resta nettamente in fase espansiva”.