Parlamento UK mette ko Boris Johnson, sterlina in ripresa dopo scivolone a minimo da flash crash 2016
Sterlina in forte ripresa, dopo essere capitolata alla vigilia al valore minimo dal flash crash dell’ottobre del 2016, bucando la soglia di $1,20 e capitolando fino a $1,1968 nei confronti del dollaro.
La valuta oggi è in rialzo, dopo la notizia relativa alla cocente sconfitta incassata dal premier britannico Boris Johnson alla Camera dei Comuni. Riunitosi dopo la pausa estiva, il Parlamento ha votato infatti a favore della proposta di legge presentata da alcuni parlamentari per impedire il no-deal Brexit, con 328 sì e 301 no, grazie anche al sostegno dei cosidetti Tory ribelli.
Il sì è stato dato, per l’esattezza, alla mozione presentata da alcuni parlamentari per lanciare un dibattito di emergenza sulla Brexit.
L’esito del voto comporta che, a partire dalla giornata di oggi, 4 settembre 2019, il governo non ha più il controllo del processo sulla Brexit. E significa dunque che Westminster potrà presentare nuove proposte di legge sul divorzio del Regno Unito dal blocco europeo.
Sarà votata a tal proposito stasera la proposta di legge che lega le mani al premier Boris Johnson, impedendogli di far uscire il Regno Unito dal blocco europeo in assenza di un accordo con Bruxelles.
House of Commons votes 328 to 301 to approve the emergency debate motion on European Union (Withdrawal).
This removes control of the business on 4 September 2019 from the Government, enabling the introduction of further EU Withdrawal legislation. pic.twitter.com/CDRsRZli6S— UK House of Commons (@HouseofCommons) September 3, 2019
La sterlina di conseguenza guadagna, con gli operatori che scommettono su un ulteriore rinvio della Brexit.
Dal minimo degli ultimi tre anni, appunto dal flash crash del 2016 quando crollò del 6% fino a $1,1491, la valuta britannica riconquista e supera anche la soglia di $1,21.
Tuttavia gli ostacoli per una ripresa della sterlina sono molti, se si considera che Boris Johnson, dopo il KO alla Camera dei Comuni, ha annunciato la presentazione di una mozione per il ritorno alle urne, affermando che non si recherà a Bruxelles per chiedere un nuovo rinvio.
“Non andrò” a Bruxelles a chiedere un altro rinvio, ha detto. In questa situazione in continuo divenire Stephen Gallo, responsabile della divisione di strategia sul forex presso BMO Capital Markets, ha sottolineato con un’email inviata alla Cnbc che la valuta “è messa all’angolo verso il basso”.
“Da un lato, c’è lo scenario di una crescita che rallenta a livello globale e in Eurozona, fattori che stanno pesando sulla moneta. Dall’altro lato, sembra altamente probabile che ci sarà comunque una Brexit WTO (ovvero a livello commerciale, in assenza di un nuovo accordo tra Londra e Bruxelles, gli accordi commerciali verrebbero displicinati in base alle norme dell’Organizzazione mondiale del commercio), elezioni anticipate, o entrambi”.
Due sono gli scenari annunciati dagli strategist di BMO.
Nel primo, che è quello che si sta realizzando, la fazione contraria al no-deal costringe il governo a richiedere una estensione dell’Articolo 50. Il governo rifiuta di chiedere la proroga, come ha detto Boris Johnson, e architetta piuttosto una mozione di sfiducia contro se stesso o costringe l’opposizione a lanciarne una.
Il governo viene successivamente sfiduciato, annuncia nuove elezioni nel periodo compreso tra la metà di ottobre e la metà di novembre e, nel frattempo, il Regno Unito soffre un Brexit WTO, in assenza di un accordo con Bruxelles entro la data del 31 ottobre.
Nel secondo scenario, la sequenza degli eventi è la stessa, ma il governo ottiene la fiducia della Camera dei Comuni, oppure la Camera rifiuta di votare a favore di elezioni anticipate, ma il governo Johnson comunque rassegna le dimissioni.
“In quel caso – prevede Gallo – l’opposizione cercherebbe probabilmente di formare un nuovo governo e di proporre una nuova agenda per la legislatura, incontrando però non pochi rischi che la nuova agenda non venga approvata”. Con tanto di ritorno alle urne.
In entrambi i casi, secondo lo strategist, la sterlina perderebbe terreno.