Ftse Mib vede quota 22mila, affiora qualche presa di profitto in attesa di Moody’s
Giornata ricca di appuntamenti sui mercati con il discorso di Powell (Fed), le non farm payrolls e la questione Brexit. Oggi la legge anti no-deal sarà al vaglio della Camera dei Lord e, se approvata, lunedì si voterà di nuovo sulla mozione per andare a elezioni anticipate.
Per l’Italia, dopo il giuramento di ieri del governo Conte-bis, che settimana prossima dovrà ottenere la fiducia dai due rami del parlamento, stasera focus su Moody’s che si esprimerà sul Bepaese. Moody’s ha un rating sul paese a Baa3, ultimo del segmento investment grade, con un outlook stabile. Alla luce degli ultimi sviluppi politici appare altamente improbabile un taglio di rating o outlook. Gli analisti di Citigroup rimarcano come i rischi politici sono sostanzialmente diminuiti e vedono il deficit 2019 non superare il 2% del pil con costi di finanziamento del debito in netta diminuzione.
Ftse Mib tocca 22mila poi rifiata
A Piazza Affari oggi affira intanto qualche presa di beneficio (-0,42% il Ftse Mib) dopo il corposo rally delle ultime tre settimane. Dai minimi del 14 agosto sotto quota 20mila punti, il Ftse Mib ha messo a segno un balzo di ben 10 punti percentuali toccando oggi in avvio un picco a 22.001 punti. Sono vicini i massimi annui toccati a metà luglio in area 22.200.
Prese di profitto anche sui Btp che ieri si sono accodati al dietrofront degli altri bond dell’area euro. Movimento favorito dal calo della risk aversion sui mercati. Giuseppe Sersale, Strategist di Anthilia Capital Partners Sgr, relativamente all’Italia parla di un po’ di “sell the news”, aggravato dalla circostanza che il rialzo generale dei rendimenti sottrae alla carta italiana un po’ del suo appeal come unica a offrire rendimenti positivi. “Ma nei prossimi giorni, in assenza di incidenti sulla fiducia, la convergenza dovrebbe riprendere”, indica Sersale.
Corre Atlantia, banche ritracciano
Tra i singoli titoli del Ftse Mib si muove in deciso rialzo Atlantia (+1,6% a 24,69 euro) che ieri non ha pagato le parole di Manlio Di Stefano, deputato M5S e sottosegretario agli Esteri del primo governo Conte, che ha ventilato nuovamente l’opzione ritiro concessione autostradale, che invece sembra possa essere accantonata dal nuovo governo 5S-Pd che vede Paola De Micheli (Pd) alla guida del ministero delle Infrastrutture al posto di Danilo Toninelli.
Si muove bene anche FCA (+0,54%) che negli ultimi guiorni è tornata a cavalcare la possibilità di un riallacciamento del dialogo con Renault per una fusione una volta che i francesi avranno chiuso l’accordo per rafforzare l’alleanza con Nissan.
Tra i segni meno soprattutto le banche: -1,66% Banco BPM, -0,93% Bper e -1,25% Unicredit.